Documentario sui credenti uccisi dall’ateismo sovietico | UCCR

Pochi giorni fa Israele si è fermata completamente per due minuti per ricordare le vittime dell’Olocausto. Far memoria delle vittime di un così immane disastro è sicuramente necessario per non dimenticare cosa ha potuto procurare la follia umana.

Dispiace però vedere che non tutte le vittime dei totalitarismi del ‘900 vengono commemorate o perlomeno fatte presenti alle nuove generazioni. Il caso in questione riguarda i 12 milioni di russi, e non solo, che dal 1917 fino al 1990 sono stati fatti uccidere, torturare o confinare nei gulag dalla dittatura sovietica.

Ma ciò che neanche i pochi informati sanno è che queste milioni di persone, o almeno la maggior parte, hanno subito tali atrocità solamente perché avevano fede in Dio. Uno dei concetti principali che le nostre intellighenzie pretendono ancora di tener nascosto è che alla base del comunismo e dei totalitarismi da esso derivanti c’è un totale e viscerale odio verso qualsiasi forma di religione.

Le dittature novecentesche, che siano di stampo nazista o comunista, una cosa hanno in comune: l’ateismo, frutto dell’assolutizzazione dello stato. Questa assolutizzazione pretende di omologare l’uomo, di sradicarlo da tutto ciò che non porta al bene dello stato. Lo stato diventa l’unico organismo in grado di portare il benessere ai propri “cittadini”. Qualsiasi forma istituzionale che si appropri degli obbiettivi dello stato, come la Chiesa, che ha come “obbiettivo” la salvezza dell’uomo, deve essere eliminata, semplicemente perché toglie allo stato la possibilità di esercitare il monopolio sull’uomo stesso (Si veda Luigi Negri, False accuse alla Chiesa, Piemme, pag 66-70). Questo era l’obbiettivo di Lenin e Stalin, questo era l’obbiettivo di Hitler.

Tutto questo lo mostra chiaramente un documentario realizzato da Kevin Gonzales sui martiri dell’URSS, su queste milioni di persone morte per la loro fede religiosa. E’ intitolato “Martiri in USSR: l’ateismo militante nell’ex Unione Sovietica”. Quello a cui mira Gonzales è informare le nuove generazioni su fatti accaduti nel loro paese, che nessuno accenna o spiega nella Russia di oggi. Questo non è vero solo per la Russia, ma anche per l’Italia, dove il mito comunista continua ad aleggiare nella nostra cultura grazie, o meglio, per colpa della Resistenza, e che non permette di scalfire minimamente questa devastante ideologia.

Ancora oggi troviamo paesi che ci mostrano i risultati di questa “dottrina illuminata”: basti l’esempio della Corea del Nord, paese dove i diritti umani, ancora nel 2013, sono tra i più bassi del mondo, dove il partito annienta qualsiasi opposizione direttamente con la pena di morte (ricorda non poco la Russia sovietica). La prossima uscita del documentario, e anche questo articolo per quanto possibile, cercano di mostrare la realtà dei fatti, che ancora in questa società “democratica” e liberale non riesce a vedere la luce. Occorre anche ricordare che il comunismo, come ideologia e come partito, è condannato e scomunicato dalla Chiesa Cattolica fin dal 1949.

Luca Bernardi

Fonte: Documentario sui credenti uccisi dall’ateismo sovietico | UCCR.

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