Dopo Peshawar, la reazione dei cristiani – Vatican Insider

Manifestazioni in tutto il Pakistan e condanna dalla conferenza episcopale del paese e dei capi religiosi musulmani

Migliaia di appartenenti alla comunità cristiana e alla società civile pakistana stanno manifestando in varie parti del Paese contro gli attentati kamikaze che ieri hanno colpito la Chiesa di tutti i Santi a Peshawar, causando la morte di 81 persone e il ferimento di almeno 145. Manifestazioni di protesta si stanno svolgendo a Karachi, Islamabad, Lahore, Faisalabad, Hyderabad, Peshawar, Noweshera e in altre città, come riferisce il sito di Geo news.

A Karachi, i manifestanti protestano in varie parti della città, dove tutte le scuole e i collegi missionari sono rimasti chiusi in osservanza dei tre giorni di lutto nazionale annunciati dalle autorità.

Manifestazioni si svolgono anche in diverse zone di Peshawar, compreso davanti all’Assemblea provinciale. A Hyderabad, membri della comunità cristiana hanno bruciato copertoni delle auto e bloccato il traffico lanciando pietre contro le auto. Chiedono che i responsabili dell’attentato vengano consegnati alla giustizia.

A Tando Muhammad Khan, Jamshoro e Faisalabad, invece, le proteste si sono concentrate davanti ai circoli della stampa. A Faisalabad è anche in corso un sit-in che blocca il traffico. I cristiani hanno anche manifestato a Bahawalpur, Gujranwala, Sahiwal, Mandi Bahuddin e Hafizabad.

In una nota della Conferenza episcopale (Pcbc), a firma del presidente monsignor Joseph Coutts – arcivescovo di Karachi – si esprime una “ferma condanna” nei “termini più forti” per quello che viene definito un attacco “vergognoso e codardo”, un “attacco verso uomini, donne e bambini innocenti”.

Il prelato annuncia inoltre, rende noto AsiaNews, la chiusura di tutti gli istituti educativi cristiani dal 23 al 25 settembre “in segno di lutto e protesta”. Monsignor Coutts invoca inoltre “speciali preghiere” per “quanti sono stati martirizzati e i feriti”, lanciando al contempo un appello all’intera comunità cristiana perché “mantenga la calma ed eviti gesti violenti”.

Egli si rivolge infine al governo, perché “prenda tutte le misure necessarie per catturare i responsabili” e misure urgenti per «proteggere i luoghi di culto delle minoranze religiose» contro attacchi che hanno raggiunto “proporzioni allarmanti”.

Solidarietà e condanna viene espressa anche da altri leader cristiani e musulmani. Il vescovo di Islamabad/Rawalpindi monsignor Rufin Anthony parla di “evento terribile” per un Paese “piagato dal terrorismo”.

“Le minoranze vivono in condizioni di insicurezza a causa delle politiche governative» aggiunge il prelato, che invita i cristiani «a protestare in modo pacifico e a non provocare incidenti» a fronte di un momento in cui è «necessaria la massima unità”.

Oggi, fra l’altro, gli attivisti di Apma – come annunciato ieri da Paul Bhatti – terranno un’imponente (ma pacifica) manifestazione a Islamabad. Cordoglio viene espresso da Maulana Tahir Ashrafi, presidente del Consiglio degli ulema, il quale sottolinea la vicinanza «ai nostri fratelli e sorelle cristiani».

«È vergognoso che il governo – aggiunge il leader musulmano – non riesca a proteggere le minoranze in Pakistan», la cui Costituzione prevede «la tutela dei loro diritti». «Chiediamo – conclude – che le minoranze siano protette». Di scena «devastante» parla infine padre Chand Gill, sacerdote a Peshawar, la cui parrocchia si trova poco distante dalla zona dell’attentato. «L’ondata di violenze e terrorismo – aggiunge – cresce inarrestabile».

Fonte: Dopo Peshawar, la reazione dei cristiani – Vatican Insider.

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