Dopodinoi : Cosa faranno i figli disabili quando resteranno soli al mondo ?

Lettera aperta al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti

E’ la domanda imperiosa che si pone il familiare del disabile fisico, dell’handicappato psichico e di tutto il mondo della disabilità, che secondo noi la risoluzione ( forse parziale, di questa “problematica”, ma bisogna tentarla !) potrebbe essere il così detto “dopo di noi” : prioritaria domanda, necessaria ed urgente, che richiede da Lei una pubblica risposta per quanto ci permettiamo esporre !
Dal 7 ottobre 1998 assieme alle Opere Cattoliche don Orione e don Guanella chiediamo sempre il Dopo di Noi con Petizioni, tutt’ora giacenti presso il Parlamento Italiano ed Europeo, sollecitando gli stessi, il Presidente del Consiglio dei Ministri e la Politica, i mass media e quanti hanno responsabilità pubbliche a prendere con le dovute cautele questo “suggerimento”.
http://it.radiovaticana.va/news/2012/12/05/si_celebra_oggi_in_italia_la_giornata_della_salute_mentale/it1-644962

Mancano le “risorse” ? Eh si ! Ma non è vergognoso non considerare tali situazioni, di fronte ai privilegi dei politici, alle pensioni d’oro, ai trattamenti, di fine “lavoro” dei Deputati, dei Senatori, ai favolosi stipendi dei Manager Pubblici, alle spese inutili e quanto attenta l’economia, la dignità e la morale ?
Lei ci insegna, Signor Ministro del Lavoro, che la fondamentale istituzione assistenziale esistente è la famiglia, la quale resta il fulcro indispensabile, centrale della vita e della società, ma fra tantissimi problemi scottanti, difficili e di maggior rilievo di questi n/s ultimi tempi che affliggono le famiglie, a volte persino paralizzante nel dialogo fra i suoi componenti che crea tensione, è l’incertezza del “dopo”.
Del dopo la morte di colui/ei che sostiene il peso dell’assistenza, soprattutto per non avere ancora una ragionevole certezza e sicurezza sui vari tempi assistenziali che il proprio familiare malato o meno dovrà affrontare quando resterà solo al mondo .
Ma chi contrasta le spese “pazze” dello Stato, ultime quelle per i pseudo proposti 12 referendum, per gli inutili viaggi all’estero, le spese militari, quelle inerenti lo sbarco degli extracomunitari e via dicendo ? Ma quanto ci costano ? Allora i sacrifici “imposti” alla gente sono solo per carpire la loro buona fede ?
Ora siamo venuti a conoscenza che l’Unitalsi, giustamente,Organizzazione con sani principi, ha in corso un Progetto Nazionale finanziato dal Ministero del Lavoro per 160 mila euro per un Fondo “Dopodinoi” con lo scopo di raccogliere contributi, donazioni e finanziamenti da destinare alla costruzione ed al mantenimento di Case di Famiglia dell’Unitalsi (Cassiopea di Pisa , di Barletta).
Ma ci domandiamo come si fa a non pensare alla piena integrazione del mondo della disabilità (ciechi, invalidi fisici, handicappati psichici, sordi, sordomuti) trascurando una visione generale che da lungo tempo auspichiamo che si è fatta sempre più necessaria, pressante, indispensabile, anche se in alternativa si dovesse ricorrere al ricovero di massa e potrebbe subentrare quella di ricovero in residenze di poche unità, come casa-famiglia comunità di alloggio od altro concesse ?
E’ molto importante garantire, anche se in maniera parziale, l’effetto familiare con quella solidarietà che pur non trascurando l’ambito della normalità potrà dare quell’aiuto necessario per compensare la carenza dell’affetto familiare, anche se è un “sistema di vita” extra familiare, non può che essere idoneo al bisogno assistenziale della persona malata e quello esistenziale della persona disabile.
Fino ad oggi, pare, siano in atto numerose le iniziative private, sempre mosse alla ricerca di Fondi per finanziare eventuali strutture e quelle da parte di Fondazioni, Banche, Istituti Finanziari od “altro” per il ricovero di persone di diverso genere, ma con l’incertezza di una lunga definitiva ospitalità, in quanto il tutto si basa sulla disponibilità finanziaria del soggetto o del Pubblico con l’attuale crisi economica .
A dirimere le perplessità e le preoccupazioni da molti sollevate circa il futuro dei disabili portatori di limitata autonomia ( quali invalidi civili totali, parziali, sordi, sordomuti, ciechi, handicappati psichici che non hanno redditi personali o quelli di modesto importo ), sarebbe opportuno e necessaria la costituzione di un Fondo Speciale Economico Unico, (dopodinoi), da noi ampiamente richiesto da lungo tempo alle Istituzioni, al Parlamento, al Governo ed auspicato lungamente dalle famiglie interessate . Petizione 2013 (n: 5)
Questo “sistema” si rende necessario per tutelare l’avvenire dei soggetti di limitata autonomia o meno, che sono nelle famiglie o che sono soli, ma tutti che anelano ad assicurare una possibilità di continuare a vivere in un contesto familiare .
Già abbinata ai progetti di legge di riforma dell’assistenza psichiatrica nella 14° legislatura, attualmente oggi 2013, una n/s rinnovata Petizione col n. 31 è giacente presso la 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e col n.307 presso la 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica .
Queste Petizioni tendono e “suggeriscono” la possibile formazione di quel Fondo Speciale Economico Unico (DOPODINOI) al quale confluire quelle parti di patrimonio o risparmi che in eredità andrebbero ai loro familiari invalidi, siano essi fisici che psichici, gestito da un Ente Pubblico, naturalmente sempre operante ed attivo garantendo una continuità che la persona fisica non è in grado di garantire.
Anche se il n/s “Ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” il 13 ottobre 2006 ed al Parlamento Europeo per l’insieme, l’adozione, la programmazione del “dopodinoi” che riguarda gli Stati membri UE è stato vano, pur tuttavia insistiamo sempre presso le Istituzioni Europee .
In Italia i disabili fisici sono circa 3 milioni, di cui il 73% anziani, 900 mila circa le persone costrette a letto o su una sedia a rotelle, circa 1 milione e mezzo le famiglie aventi in casa parenti con gravi handicap od in fasi terminali, circa 10 milioni le persone che soffrono patologie mentali ( Fonte Ministero del Lavoro Politiche sociali).
Secondo i dati Istat le persone con più di 65 anni, oggi 2013, il 15% della popolazione anziana insiste in Italia e nel 2025 saranno il 25%, con una impellente necessità di Case di Riposo, altro “argomento” lasciato nell’angolo più buio del welfare state !
Le famiglie sono preoccupate dalla situazione che potrebbe svolgere l’Ente Pubblico, dove il familiare viene “ammassato” con persone di patologie diverse in contrasto con quelle di cui è affetto il proprio caro, pur tuttavia sussiste il desiderio e l’auspicio che il proprio caro possa continuare a vivere in quelle comunità che rispecchiano la famiglia composta, possibilmente da pochi utenti.
E qui dobbiamo dire un grande grazie ed una riconoscenza per quanto operano da lungo tempo gli Istituti Cattolici tipo Opera don Orione, don Guanella, don Gnocchi ed altri, per le enormi difficoltà che incontrano quotidianamente !
Bisogna considerare che la legislazione italiana prevede il tutore, curatore, amministratore di sostegno che si assumono l’onere di amministrare i beni del malato, tuttavia l’Ente Pubblico potrebbe essere sempre operante ed attivo garantendo una continuità che la persona fisica non è in grado di garantire.
Per le persone povere incapaci di provvedere alle loro esigenze fondamentali di vita, è logico che intervengano le Istituzioni (Stato , Regioni , Province, Comuni ( comunque da definirsi) con l’erogazione di contributi finanziari da confluire in quel Fondo Speciale Economico Unico in modo da garantire il diritto alla vita a tutti senza discriminazione.
Il definire, poi, sostegni economici alle famiglie che si gravano di assistenza ai pazienti con handicap sia fisico che mentale, l’inserimento lavorativo, il sostegno scolastico ed altro, sono temi che le Istituzioni devono affrontare in maniera efficace, decisiva e senza indugio per una sana politica sociale, invece di “pensare” agli amici a 4 zampe, che rispettiamo.
Con l’opinione pubblica ritieniamo doveroso, etico e prioritario “guardare” all’umano essere, specie quello in sofferenza !
Signor Ministro del Lavoro non si deve dimenticare che il mondo della disabilità e della sofferenza è formato non da progetti di natura privata, ma da necessità collettive di tutti e non ha tempi di attesa ! Le raccomandiamo una pubblica risposta. Grazie.

E con le parole del Santo Giovanni Paolo II° : “ Andiamo avanti con speranza !”

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

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