Due pesi e due misure per musulmani e cristiani | CR – Agenzia di informazione settimanale

(di Danilo Quinto) Angelino Alfano, da Ministro dell’Interno, lancia l’allarme: «Secondo le nostre informazioni, in Nordafrica ci sono tra 300 e 600mila persone in attesa di transitare nel Mediterraneo. Ci batteremo perché l’Europa difenda le frontiere. Non è una questione solo italiana, ci batteremo perché questa frontiera venga difesa. C’è lo strumento, si chiama Frontex, e va potenziato». Contemporaneamente a queste dichiarazioni, accadono due fatti. Il Parlamento approva il disegno di legge sulle pene alternative al carcere e inserisce l’abolizione del reato di clandestinità, favorita dal Governo Renzi, sostenuto dal Nuovo Centro Destra del Ministro dell’Interno.

Il secondo fatto riguarda l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, che durante un convegno all’Università Cattolica, dichiara: «la libertà di culto non è tale finchè non ci sono luoghi di culto. Io non farei grandi problemi per i minareti, purchè non lo facciano in piazza del Duomo». Il card. Scola, ha poi aggiunto: «Il problema è pratico, perchè bisogna vedere come prima cosa chi domanda la moschea e a quali condizioni. Se è una comunità effettiva, reale, unita oppure è un intervento dall’esterno, ad opera di altri Paesi. Una moschea deve essere fatta nel rispetto della storia della tradizione del Paese, perché il dialogo tra religioni non è sedersi attorno ad un tavolo, è accogliere con apertura i musulmani che sono qui».

Il cardinale però nulla dice del destino dei cristiani che vivono nei Paesi a maggioranza islamica. Nella World Watch List 2014 di “Porte Aperte” (Open Doors International) ‒ un’agenzia missionaria attiva da oltre 55 anni nel campo del sostegno ai cristiani perseguitati – sono a maggioranza islamica 9 dei primi 10 paesi che compongono la lista dei persecutori dei cristiani, oggetto di torture, vessazioni, incarceramenti, sparizioni e uccisioni: Siria, Pakistan, Iraq, Iran, Arabia Saudita, Maldive, Yemen e Afghanistan.

Come si fa, allora, a sostenere il dialogo tra le religioni? Come si fa ad equiparare la religione cristiana a quella musulmana, che in molti paesi costituisce la copertura dei crimini che vengono perpetrati nei confronti di coloro che professano un’altra religione? In base a quale logica umana s’intende «accogliere con apertura i musulmani che sono qui», senza contestualmente pretendere, con gli strumenti di cui si dispone – diplomatici o che provengano dal diritto internazionale – che i loro paesi d’origine rispettino norme elementari di rispetto dei diritti umani, prima di favorire l’espatrio dei loro cittadini, in combutta con le organizzazioni criminali che praticano la tratta degli esseri umani? (Danilo Quinto)

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