E. Gotti Tedeschi: “Eutanasia sui minori? Succede quando l’uomo non è più creatura di Dio. Senza la Chiesa, unica autorità morale, è il caos” | intelligonews

Ettore Gotti Tedeschi, economista, banchiere, è tra i primi esperti ad aver lanciato l’allarme su una certa “ansia di eutanasia, di fine vita”, che si sta delineando nel mondo.

L’occasione per tornare sull’argomento la offre il Belgio, che ha approvato proprio ieri la legalizzazione della “dolce morte” sui minori.

Per Gotti Tedeschi, intervistato da IntelligoNews,“la questione va affrontata da due punti di vista. Precisamente, da due fallimenti principali: quello economico e quello della visione antropologica. Altri poi, secondari, sono il fallimento giuridico, quello politico e bioetico”.

Ed questi fallimenti investono l’Occidente perché questo riflette storicamente  i valori morali più forti, l’autorità morale più forte. Che sono entrambi nel mondo cattolico. Il Papa la Chiesa sono la maggior autorità morale al mondo organizzata che spiega cosa è bene e cosa è male” e che viene riconosciuta e ascoltata anche da chi non condivide la stessa visione dell’esistenza umana. Forse, anche per questo, ci dice che per lui “sarebbe bello leggere un’Enciclica che riporta all’attenzione di tutti il vero significato della nostra vita e, nel caso in esame, della morte, in un’epoca di globalizzazione economica ma anche culturale  che vuole leggi uniformi di carattere etico, ohimè!”.

Il Belgio e la legalizzazione dell’eutanasia sui minori. Partiamo da una riflessione: che idea della vita, prima che della morte, c’è dietro?

«Valuterei la questione da due punti di vista soprattutto. Cominciamo dal fallimento di carattere economico.  Va preso atto che i sistemi sanitari, e quindi i costi sanitari, non sono più sopportabili. E questo lo si vede perché il processo che abbiamo vissuto negli ultimi trent’anni, conseguente al crollo della natalità e quindi al dover surrogare la crescita economica naturale fatta da figli e famiglie con un consumismo continuo e sempre più a debito, è coesistita con l’invecchiamento della popolazione quindi l’aumento di quelli che sono i costi fissi, come la sanità e le pensioni. Questo fa sì che queste spese oggi non siano più sopportabili dai sistemi economici, cosiddetti maturi, come i Paesi europei che non crescono più il PIL. La sanità, infatti, è il primo costo che si taglia. In questo senso i bambini che devono essere curati con grande attenzione dalle realtà ospedaliere sono un po’ come i vecchi in stato semicomatoso. Costano troppo e la collettività li ritiene un peso inutile. Poi c’è un altro punto, che consegue…».

Dall’analisi economica ne scaturisce un’altra? Quale? A che livello?

«Partiamo dalla domanda: come mai l’uomo è arrivato ad avere questa forma di insensibilità verso i suoi simili più bisognosi, come i vecchi in stato semicomatoso o i bambini che hanno malattie difficilmente o costosamante curabili? Perché abbiamo perso completamente il senso della dignità della vita umana. E questo rappresenta il secondo fallimento: quello della visione antropologica. L’uomo non è più considerato come una creatura di Dio, ma come un animale intelligente. Quando è utile è utile, quando non è utile lo si lascia auto-decidere di sopprimersi. Ho già scritto che in un sistema sociale dove i vecchi sono la maggioranza, che vota, non sarebbe facile imporre l’eutanasia, allora è opportuno che l’eutanasia sia richiesta, considerando la vita non degna di essere vissuta. E’ la forma è più democratica per ridurre i costi della sanità. Per i bambini che non hanno la possibilità di poter fare questa richiesta né di disprezzarla, la richiesta la fanno allora le leggi, che interpretano cosa sia bene per il bambino, cosa sia morale e cosa non lo sia».

E’ d’accordo con l’analisi della Conferenza episcopale del Belgio che ha affermato che “stiamo aprendo porte che nessuno sarà in grado di chiudere”?

«Di questo ne sono certo e da molti anni. Nel mio piccolo ne parlo da tempo, io con tante altre persone che hanno una sufficiente visione di quello che sta succedendo. Quando noi sentiamo dei grandi scienziati o premi nobel affermare che l’uomo è soltanto un animale intelligente, sappiamo che lo scienziato ne trae una considerazione che è quella di dire che un animale intelligente lo si fa vivere soltanto fin quando è utile. Un economista come me afferma qualcosa di lievemente diverso. Per farlo capire devo rifarmi alla Enciclica Deus Caritas Est,la prima Enciclica che scrisse Benedetto XVI  nel 2005. Il Papa parla dell’uomo creatura, figlio di Dio, che si nutre di tre elementi indispensabili: quello materiale con cui si sostiene, quello intellettuale con cui impara a pensare, a ragionare e a capire, e poi quello spirituale che è quello essenziale, perché l’uomo è carne e anima. Se lei priva l’uomo dell’alimento spirituale e intellettuale, gli resta quello materiale, che è ben rappresentato dal modello economico degli ultimi trent’anni con cui abbiamo costruito lo sviluppo dell’Occidente: il consumismo sempre più a debito. Ma se l’uomo è un animale intelligente, quando non è più intelligente non serve più e l’animale intelligente si nutre soltanto materialmente, e quindi come tale quando costa dal punto di vista economico non è più intelligente e utile, ma diventa ex intelligente e inutile».

In un suo intervento su Sussidiario.net ha fatto una sorta di appello per una nuova Enciclica sul valore della vita e della morte. E’ ancora più necessaria ora?

«Non oso neanche tentare si suggerire a un Papa cosa debba scrivere. Come laico cattolico, praticante, che cerca di dare un senso alla propria vita riflettendo su questi aspetti, ho scritto come sarebbe bello leggere un’Enciclica che riporta all’attenzione di tutti il vero significato della vita umana e della morte, soprattutto. Perché il grande pericolo nascosto dietro a queste leggi che snaturano l’uomo è duplice. Primo: si vuole dimostrare che non ci sono leggi naturali che regolano la vita umana. Secondo: si vuole dimostrare che davvero l’uomo è frutto di un caos o l’evoluzione di un bacillo, quindi la sua dignità è conseguentemente quella di un bacillo evoluto… Ma come si fa a costruire una società nel mondo globale e a fondarla su un nichilismo totale e assoluto?».

Beh, Ratzinger contro il «nichilismo» si è speso molto e ha scritto molto…

«Nell’introduzione alla Caritas in Veritate Benedetto XVI afferma che l’uomo ha perso il senso della vita perché la cultura nichilista dominante ha estirpato il modello con cui l’uomo affronta ogni decisione. Lo ha sradicato dai valori di riferimento. Ma si rende conto di che tenebre aspettano la nostra civiltà, considerando l’uomo soltanto una bestia, e quindi una persona che non ha un diritto soggettivo ad una comprensione, ad un aiuto, ad un sostegno? Vedo di fronte a noi un inverno peggiore dell’inverno demografico».

Ci scusi, ma come mai questo è successo proprio nell’Occidente cristiano? E non altrove?

«Proprio perché è cristiano. Dove c’è molto bene si sviluppa anche il  male. Dove ci sono dei valori forti, ci sono delle aggressioni forti a questi valori. Il “male” aggredisce dove c’è il bene, non dove c’è l’indifferenza, il relativismo. Dove sono i valori morali più forti? Nel mondo cattolico. Dov’è l’autorità morale più forte? Nel mondo cattolico. Il Papa, la Chiesa, sono l’unica autorità morale al mondo organizzata e che spiega cosa sia bene e cosa sia male. Ascolta il Papa anche il mondo che non condivide la stessa visione della vita. Lo ascolta perché è, appunto, l’unica autorità morale. Ecco perché questo attacco è contro il mondo cattolico e i suoi valori. Se il mondo perdesse questi valori, al mondo mancherebbe questo riferimento».

Su Tempi parlano di un progressivo risveglio della coscienza del mondo cattolico e non. E’ d’accordo?

«Non l’ho letto, ma testimonio anch’io che in molti ambienti, quelli onestamente laici, quelli dell’honestum vivere oraziano, così come in molte altre religioni per esempio nell’ambiente protestante anglicano, ma perfino in quello dei nostri fratelli maggiori ebrei, ci sono delle preoccupazioni fortissime di questo decadimento morale, che riconferma l’ultima domanda e l’ultima risposta. Se verrà a mancare quest’autorità morale chi la surrogherà, sostituirà? Il rischio è allora che ciò che è illecito diventi lecito, la storia del regno di Semiramide: cioè non ci sarà più niente che sarà un riferimento. Anche Voltaire quando si rese conto di aver ridotto la religione ad un assurdo da sostituire con la scienza, si preoccupava però che sua moglie, il servo, e il medico, fossero cristiani. Ciò per garantirgli il rispetto dei doveri e il rischio di non esser fregato. Il mondo oggi si è reso conto che distruggendo nichilisticamente i valori, che sono il frutto delle radici cristiane europee alla base della cultura universale, si perderanno riferimenti. Il mondo cattolico, infatti, distingue tra fini e mezzi, il comportamento è conseguenza di un fine che si è dato, perché quando parliamo di un comportamento etico sappiamo che non esiste uno strumento etico, ma esiste l’uomo che rende etico uno strumento, e lo fa quando dà significato alla propria vita e quindi riconosce la Creazione. Se non c’è stata Creazione, se è stato il caso che ha creato l’uomo, hanno ragione quelli che dicono che la vita non ha senso e pertanto non hanno senso le conseguenti  azioni personali. Il banchiere, infatti, si domanderà perché deve aver senso etico il lavoro che fa se la vita non ha senso. E il politico si chiederà perché devo fare leggi a tutela della vita se questa non ha senso. Perché non avrebbe più senso niente, se non l’opportunismo legato alle circostanze».

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