Scherza scherza alla fine davvero stiamo tornando alle “origini del cristianesimo”, ma non nel senso che avevano immaginato i progressisti: non come scelta ideologica, non come ripiegamento lassista… no: proprio per sopravvivere. Ai nuovi Erode e Diocleziano
Arrivano ogni giorno segnali sempre più inquietanti per chi professa la fede cristiana. Sembra arrivato il tempo della persecuzione. E non solo nei paesi più lontani da noi. Il Vecchio Continente, infatti, è attraversato da venti foschi di intolleranza e da più parti cori mortiferi ineggiano alla sopressione della vita e a tutte “strade” che sembrano avere per fine la dissoluzione dell’umanità. Sembra non esserci più alcuna speranza. Forse, però, il modo di uscire da questo momento drammatico esiste.
di Andrea Torquato Giovanoli
Ormai è piuttosto chiaro: la ranocchia messa a bollire viva a fuoco lentissimo, cosicché non si accorga che finirà lessata, si sta rendendo conto che l’acqua è davvero un po’ troppo calda, ma pur agitandosi per raggiungere il bordo della pentola, si sente gli arti molli e senza forza ed inizia a capire che il suo destino è segnato.
Persino uno come me alla fine ci è arrivato: i credenti in tutto il pianeta sono sotto stretto assedio, nell’incrudimento di una nuova epoca di avversione anticristiana inaugurata apertamente con l’illuminismo, cresciuta gradualmente nel corso degli ultimi due secoli ed ora pericolosamente vicina al suo apice; in alcuni paesi i seguaci di Cristo già vivono nascosti, in altri vanno incontro, ogni Domenica, ad un puntuale martirio.
Qui in Europa, invece, i poteri forti del principe di questo mondo hanno dovuto usare i guanti di velluto, poiché il retaggio cristiano era più radicato, ma, attraverso una strategia di lungo termine basata sul binomio soldi e sesso (riverbero di quell’altra doppietta, quella in uso del serpente antico, che è menzognero ed omicida fin dal principio), hanno inoculato nella mentalità comune una cultura della morte che ha falciato milioni di vittime di decennio in decennio, portando ad una deriva sociale ed antropologica senza precedenti.
ECCO LO SCOPO DEL NEMICO: LA DISSOLUZIONE DELL’UMANITÀ
L’obbiettivo del nemico pare essere sempre il medesimo: il suicidio di massa, ma se con l’olocausto atomico gli è andata buca d’un soffio, ecco che con la perversione economico-sessuale i massobanchieri del mondialismo oramai hanno tutti e quattro gli assi in mano e stanno calando il loro poker. Dopo aver affamato le nazioni con una crisi economica cronica e pianificata a tavolino, hanno ricattato i singoli governi svuotandoli della loro autorità ed esautorando le nazioni della loro sovranità, così da poter imporre leggi senza possibilità di essere contrastati, ma coattando gli stati ad avallarle e ad imporle ai singoli popoli.
E risulta ormai lampante come la natura di tali leggi affondi le sue radici sul ribaltamento della logica dell’amore, sia in senso lato che in quello stretto, e vada a colpire l’essere umano laddove, pare, sia oggi più vulnerabile: nelle parti basse. L’atto generativo è stato accartocciato dalla mentalità nichilista cammuffata con le vesti della libertà, ed il significato stesso della vita umana (dal suo concepimento fino al suo termine naturale) è stato depauperato del suo ontologico valore trascendentale.
In questo tempo si assiste così alla stilazione di una nuova normativa omogeneamente indirizzata a porre i cristiani in stato di illegalità: aborto, eutanasia, sodomia, pedofilia, poligamia ed incesto sono comportamenti in radicale contrasto con la Dottrina della Chiesa (a cui devono attenersi per costituzione i religiosi), ma più semplicemente sono in netta opposizione ai valori del Vangelo, sui quali ogni singolo discepolo di Cristo fonda la propria stessa vita. Facendo diventare leggi gli stami di quest’etica aberrante si mette il cristiano in una condizione di reato: o apostata al proprio credo oppure è perseguibile secondo le vie legali. Questa, signori, è la persecuzione 2.0.
SE LA LEGGE SI METTE AL SERVIZIO DEL PANSESSUALISMO
In alcuni paesi europei di antichissima tradizione cristiana già il popolo che si muove in proteste pacifiche viene sistematicamente ignorato (quando non messo agli arresti), ed il governo persegue il suo programma anticristico indifferente alla volontà degli elettori. La legge sull’omofobia sarà forse il piede di porco con cui verrà disserrato il vaso di Pandora: seguiranno norme che metteranno fuorilegge gli obiettori di coscienza e chiunque si opporrà apertamente contro una qualsiasi delle derive pansessuali tutelate dalle norme del prossimo codice civile.
Ciò costringerà i cristiani del vecchio continente a schierarsi col mondo abiurando Gesù, o contro di esso e quindi andando incontro ad una rinnovata epoca di nascondimento e martirio, perpetrati però (e tale forse è la novità) sotto la tutela della norma giuridica. Non è profezia di sventura, questa, ma semplice (e tardiva) constatazione di una realtà già in atto.
A tutt’oggi si assiste infatti quasi impotenti al dilagante propagarsi dell’assenso cieco e condiviso a questa mentalità assassina dell’umano, ma più profondamente, della società stessa, e si rimane sconcertati davanti allo spettacolo masochista delle masse che, obliterate non solo della ragione, ma addirittura del comune buon senso, si lasciano imbonire da slogan subliminali che hanno totalmente svuotato del loro vero senso termini come diritto e libertà: così l’immenso gregge dell’uomo punta volontariamente verso il baratro dell’abisso, morale, ma anche fisico, additato e predicato con pervicacia dalle false guide mondane, assicurando a se stessa il suicidio globale ed all’avversario la sua “soluzione finale”.
TARDI PER PROTESTARE? FORSE SÌ, MA NON È DETTA L’ULTIMA PAROLA
E forse ora è persino tardi per la protesta: i giochi sembrano davvero ormai fatti ed il chiavistello dell’ingiustizia si sta chiudendo inesorabilmente sulla libertà d’espressione. Intendiamoci: il dissenso è doveroso, ma i cultori della morte hanno raggiunto un livello di potere tale da poter ignorare chi li contrasta, ed in effetti già lo fanno; il prossimo passo sarà la repressione, ed in alcuni casi è già avvenuto. Rimane allora una domanda ad inquietare l’animo di coloro che ancora rimangono fedeli alla logica della vita: come è possibile uscire da questa spirale d’iniquità?
Come può, per tornare alla metafora iniziale, il ranocchio in via di ebollizione spiccare quel salto liberante fuori dal patibolo a forma di tegame che ormai lo condanna a morte certa? Come possono, per dirla infine con il Papa, i cristiani tornare ad essere quei rivoluzionari che hanno saputo di epoca in epoca, ribaltare le sorti di un mondo apparentemente destinato, ogni volta, all’annichilimento?
Mettendo in atto la rivoluzione propria del Vangelo: quella interiore, la riconversione dei Santi.
CRISTIANI: È ARRIVATA LA NOSTRA ORA