E’ la Chiesa o la società a doversi aggiornare?

Lo scorso mercoledì 27 mi trovavo a Roma, in un’affollatissima piazza san Pietro, come accompagnatore di una gita scolastica. Al termine dell’ultima udienza del nostro caro Papa Benedetto XVI, una giornalista francese ha intervistato un alunno, un bravo ragazzo anche se con  un’apparenza un po’ trasgressiva, forse cercando una conferma alla propria tesi. La domanda rivolta era: “Secondo te, col nuovo Papa la Chiesa si dovrà aggiornare? Quanto a gay, aborto, morale?”. La risposta del ragazzo è stato uno scontato “sì”, senza addentrarsi nei vari temi.

Poi, a microfoni spenti, cerco di far riflettere l’alunno, non so con quanto effettivo successo. Questi a grandi linee gli argomenti. La nostra società non sta andando bene sotto diversi aspetti. La famiglia è sempre più disgregata, la morale è sempre più relativista e demagogica, l’altruismo autentico è sempre più raro, e sempre più persone non trovano un senso nella vita, con conseguente ansia, depressione, suicidi…

Forse giornalisti, politici e intellettuali vari non hanno bene chiara la situazione, ma questa è evidente con tutta la sua problematicità a insegnanti, operatori sociali, psicologi, educatori di vario tipo. Fa davvero riflettere il recente film francese Polisse (2011) che ritrae efficacemente, con crudo e mai gratuito realismo, le vicende dell’unità minori della polizia della laica e progressista Parigi.

Nello specifico, è spesso evidente la distanza tra l’insegnamento del Vangelo e della Chiesa e la prassi corrente. Ma sarebbe aprioristico, dogmatico e insensato liquidare la questione con un “la Chiesa si deve aggiornare”. Bisognerebbe invece avere la pazienza e la prudenza di fermarsi a riflettere e vedere come stanno le cose. E, come è doveroso, valutare e ponderare sulla base delle informazioni che ci sono fornite dai molti studi e ricerche scientifiche sulle varie questioni.

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