I “Fratelli Mussulmani” dietro la violenza
Un anno fa la provincia di Minya (Alto Egitto) e gran parte dell’Egitto venivano devastate dalla furia degli islamisti contro i cristiani di qualsiasi denominazione: copti, cattolici, protestanti. Il bilancio di quell’aggressione, una vendetta contro la deposizione del presidente Mohamed Morsi, fu di oltre 80 chiese e monasteri distrutti e dati alle fiamme, la maggioranza degli assalti si verificò nel governatorato di Minya (Alto Egitto). La chiesa di San Teodoro a El Shatby, la chiesa di San Mosè di Abu Hilal, l’orfanotrofio dei Legionari di Cristo e la sede dell’Associazione dei giovani cristiani vennero completamente distrutte.
Ora una parte di quegli edifici distrutti è stata ristrutturata. Peter Elhamy, ingegnerie incaricato della ristrutturazione per gli edifici distrutti nelle diocesi di Maghagha e El-Adwah (Minya) spiega che al quotidiano Mcn Direct che “i dopo gli attacchi le chiese della diocesi erano completamente distrutte e profanate. Al momento si è riusciti a ricostruire la chiesa di San Giorgio e di Sefein nel villaggio Blhasa e due scuole della diocesi che erano state parzialmente incendiate”. Altri lavori sono corso da un anno a Minya e a Delga, città presa in ostaggio per diverse settimane dagli estremisti islamici, che volevano cacciare tutta la popolazione cristiana.
La scorsa settimana, il presidente Abdel Fatah Al-Sisi ha incontrato Patriarca copto ortodosso Tawadros II e capi delle Chiese cristiane dell’Egitto per discutere riguardo ai continui rapimenti di ragazze copte e il restauro delle chiese distrutte dai Fratelli Musulmani. In occasione dell’anniversario degli attacchi Maspero Youth Union e Maspero Youth Foundation hanno inviato alle autorità un documento dove si chiede giustizia per cinque giovani copti morti durante gli attacchi: Ramy Zakria, ucciso negli incidenti nella chiesa di San Giorgio e Bacco ad Alessandria; Iskander Tous, ucciso e legato a un trattore e trascinato per le strade durante gli incidenti avvenuti nella città di Delga; Bishoy Mikhael, ucciso a Minya; Mina Aizi ammazzata ad Alessandria e Fares Fawy Morid ucciso con un colpo di pistola ad Al Genanah sobborgo del Cairo. Il rapporto denuncia inoltre sette rapimenti di giovani cristiani avvenuti fra il 2013 e il 2014.
Fonte: Egitto: ancora attacchi ad un anno dalle persecuzioni islamiste contro i cristiani – Aleteia.