Egitto aumenta la persecuzione

di Danilo Quinto

In maniera dettaglia e puntuale, l’ultimo rapporto della Fondazione di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre”, descrive la condizione dei cristiani prima della rivolta che l’anno scorso portò all’uscita di scena del presidente Hosni Moubarak, avvenuta l’11 febbraio 2011.

I cristiani, circa 10 milioni, tre quarti di tutti i cristiani del Medioriente – oltre a essere oggetto di una discriminazione “ufficiosa”, scartati dai posti chiave dell’esercito, della polizia e delle università, eccetto le nomine dirette, percepite spesso come una forma di clientelismo – erano oggetto di violenze molto gravi. Ne elenchiamo alcune.
Nel giugno 2009, nella provincia di Qalubiya, a nord del Cairo, un cristiano di 60 anni fu picchiato a morte da un musulmano di 24 anni. Il figlio della vittima era sospettato di avere una relazione amorosa illecita con la sorella dell’omicida.
Il 21 giugno 2009, alcuni musulmani attaccarono gli abitanti copti del villaggio di Ezbet Bouchra orientale, distruggendo le loro case e i loro raccolti.

Nel settembre 2009, nelle regioni di Assouan, di Daqahlîya, del Mar Rosso e di Port-Saïd, 150 cristiani furono arrestati “per aver rotto in pubblico il digiuno del Ramadan”, ovvero per aver mangiato o fumato per strada, prima del tramonto.
Nella notte fra il 6 e il 7 gennaio 2010, a Nag-Hammadi, una città dell’Alto Egitto, mentre alcuni copti uscivano dalla chiesa di Mar Girgis (San Giorgio), nella quale avevano assistito alla Messa di Natale (secondo il calendario ortodosso), furono fatti bersaglio di una sparatoria. Bilancio: sette morti, fra cui un poliziotto e una decina di feriti, di cui due musulmani. Questo massacro fu presentato come un atto di vendetta per lo stupro di una bambina musulmana di dodici anni, che sarebbe stato commesso da un copto a Farchout, vicino a Nag-Hammadi, nel novembre 2009. In effetti, un giovane copto di 21 anni fu arrestato in quella località, ma senza che la sua colpevolezza sia stata provata. Come rappresaglia, un gruppo di musulmani saccheggiò e incendiò alcuni negozi e case che appartenevano ai copti. In occasione di questo assalto, l’80% degli esercizi commerciali furono distrutti. Alcuni cristiani furono feriti e sette donne cristiane furono rapite. La polizia intervenne solamente dopo le devastazioni. Le autorità locali chiesero alle vittime cristiane di non depositare alcuna denuncia e di conciliare con i loro aggressori musulmani.

Il 20 gennaio 2010, il patriarca Shenouda III dichiarò che la sola cosa che potrebbe acquietare i copti sarebbe un giudizio equo dei tribunali egiziani rispetto a tutti gli assassini di cristiani negli ultimi trent’anni, mai giudicati e ancor meno puniti: ovvero 1.800 assassinii di cristiani e circa 200 atti di vandalismo perpetrati contro i loro beni.
ll 12 marzo 2010, a Marsa Matrouh, una città costiera situata ad ovest di Alessandria, alcuni musulmani diedero l’assalto al quartiere cristiano di Reefiya, dove vivono 2.000 copti: 24 di essi furono feriti, 17 case e 12 automobili furono distrutte.

Nel 2010, si ebbe anche una recrudescenza dei sequestri di ragazze copte per sposarle forzatamente a dei musulmani. Le conversioni al cristianesimo sono rimaste interdette, malgrado l’articolo 46 della Costituzione, che riconosce la libertà di credenza e di culto. I tribunali applicano spesso la shari’a. Ciò significa che un musulmano che si converte e riceve il Battesimo, resta comunque musulmano dal punto di vista dello stato civile. Non può dunque ottenere la menzione della sua nuova religione e del suo nuovo nome sulla carta d’identità. In effetti, in assenza, nella legge, di un testo specifico sulla conversione dall’Islam a un’altra religione, la questione è lasciata al discernimento dei giudici, che possono riferirsi tanto al principio dell’uguaglianza tra i cittadini quanto alla shari’a.

Ci sarebbero clandestinamente in Egitto numerose migliaia di musulmani convertiti al cristianesimo che sperano di poter far riconoscere la loro nuova identità religiosa.
Forti tensioni fra la larga minoranza cristiana e la maggioranza musulmana esistono quindi da sempre in Egitto, ma sembrano cresciute negli ultimi mesi. All’inizio della rivoluzione, i cristiani egiziani erano fiduciosi che la loro nuova situazione sarebbe migliorata, ma negli eventi successivi al referendum costituzionale, gli islamisti hanno avuto successo e il governo non è riuscito a ripristinare del tutto la legge e l’ordine. Il livello crescente di violenza contro i cristiani, ha indotto l’Associazione Evengelica “Porte Aperte” a far salire l’Egitto dalla 19ma alla 15ma posizione della sua WWList.

I radicali islamici fondamentalisti stanno diventando molto visibili: i Fratelli Musulmani, gli Jihadisti Gamaa Islamiyya e la Società Salafiti Ansar Al-Sunna sono pubblicamente scesi in campo.
A Maspero, nell’ottobre scorso, 26 cristiani copti sono stati massacrati mentre stavano manifestando pacificamente, mentre di centinaia è stato il bilancio dei feriti. In questo sanguinoso attacco – afferma “Porte Aperte” – i militari non hanno fatto niente per proteggere i cristiani che venivano aggrediti, anzi hanno persino partecipato al massacro. Questo massacro può difficilmente essere visto come un incidente isolato, ma è piuttosto parte di un trend negativo iniziato con l’attentato di capodanno del 2011, quando una bomba davanti alla Chiesa di Alessandria uccise e ferì molti cristiani.

La persecuzione dei cristiani in Egitto è in aumento, con una sostanziale crescita nel numero dei morti e dei feriti e delle chiese/case attaccate. I musulmani salafiti continuano a intimidire i cristiani locali bloccando le entrate delle chiese, chiedendo che le chiese siano spostate fuori dalle loro comunità e che i restauri dei locali di culto siano vietati. Ci sono rapporti di un crescente numero di ragazze cristiane copte abusate e costrette a matrimoni con musulmani dal 25 gennaio, data di inizio della rivoluzione. Nelle aree rurali, i copti vengono costantemente terrorizzati, con le forze di sicurezza che chiudono un occhio su ciò che avviene.

Nel contesto delle manifestazioni pubbliche salafite, il futuro sembra molto difficile per i cristiani e per i musulmani moderati. Se i diritti civili e politici vengono ripristinati, i cristiani possono migliorare sostanzialmente la loro posizione, ma questo scenario non sembra molto facile in Egitto, dove la popolazione povera e poco istruita sta propendendo per l’islam. Il sostegno sia ai Fratelli Musulmani che ai Salafiti sta crescendo. “Porte Aperte” prevede che dopo la vittoria dei musulmani radicali alle elezioni del 25 novembre, la situazione per i cristiani quasi certamente peggiorerà.

Fonte: La Bussola Quotidiana.

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