Egitto, chiude per paura di attentati il monastero di Santa Caterina – Vatican Insider

Inaccessibile ai visitatori l’antichissimo monastero visitato da Giovanni Paolo II dove secondo la tradizione Mosé parlò con Dio nel roveto ardente.

Giorgio Bernardelli

Il monastero di Santa Caterina sul Sinai – la meta privilegiata dei pellegrini cristiani in Egitto – rimane chiuso ai visitatori su indicazione delle autorità di sicurezza, che temono nuovi attentati jihadisti. A rivelarlo è un reportage da questo angolo del deserto egiziano pubblicato oggi dal sito Al Monitor, un sito di informazione sul Medio Oriente.
Già dall’inizio della crisi al Cairo i pellegrinaggi avevano tagliato dai loro itinerari il Sinai, divenuta  una delle zone più a rischio per via delle violenze degli islamisti. Ora però arriva la notizia che c’è stato un preciso ordine della forze di sicurezza egiziane ai monaci, affinché tengano chiuso il sito cristiano. «Dopo gli attacchi alle chiese delle scorse settimane – ha raccontato ad  Al Monitor padre Paolo, uno dei monaci – abbiamo ricevuto dall’autorità di sicurezza l’ordine di chiudere le porte ai visitatori. Abbiamo più tempo per pregare e per il nostro lavoro – spiega -, ma stiamo vivendo una grave crisi finanziaria: non riusciamo più a sostenere le decine di famiglie che abitualmente aiutavamo».
Al Monitor spiega che il governo egiziano non ha dato alcuna comunicazione ufficiale della chiusura. E che all’origine della decisione ci sarebbe stato un tentativo di rapimento di un monaco e le crescenti preoccupazioni per un possibile attacco al complesso. Del resto non è un mistero che da settimane nel Sinai si susseguano quasi quotidianamente scontri tra l’esercito egiziano e gruppi jihadisti. E proprio nella parte settentrionale della Penisola – a El Arish – all’inizio di luglio è stato ucciso il sacerdote copto padre Mina Aboud.
La chiusura ai fedeli del monastero di Santa Caterina è una nuovo simbolo evidente della sofferenza dei cristiani del Medio Oriente. In questo luogo dove secondo la tradizione Mosé parlò con Dio nel roveto ardente, una cappella fu fatta costruire già nel quarto secolo dall’imperatrice Elena. Il monastero sorse poi nel VI secolo per volontà dell’imperatore Giustiniano, che lo circondò di alte mura: sopravvissuto ai secoli è il più antico monastero cristiano del mondo. Era anche considerato un luogo privilegiato della convivenza tra cristiani e musulmani: la sua biblioteca custodisce infatti uno scritto di Maometto che accordava protezione al monastero, essendo qui stato accolto e protetto dai nemici.
A testimonianza dell’importanza di questo luogo nel febbraio 2000 Giovanni Paolo II volle iniziare da qui il suo pellegrinaggio giubilare ai Luoghi della Salvezza. Sulle sue orme – poi – in questi anni migliaia di pellegrini cristiani hanno fatto tappa al Sinai, per la fortuna delle popolazioni beduine che vivono nella cittadina che si trova ai piedi del monastero. Con molto meno clamore rispetto ai tour operator di Sharm el Sheik o Marsa Alam anche loro stanno vivendo la loro catastrofe turistica. Una crisi dal volto ruspante ma non per questo meno drammatica: senza pellegrini – racconta Al Monitor – non hanno più soldi per dar da mangiare ai loro cammelli e sono costretti a venderli. «A Luxor il governo li ha compensati, qui non si è fatto vedere nessuno», si è lamentato uno di loro.

Fonte: Egitto, chiude per paura di attentati il monastero di Santa Caterina – Vatican Insider.

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