EGITTO Egiziani delusi celebrano la fine della Primavera araba – Asia News

di André Azzam

Dopo la firma della nuova costituzione l’Egitto si trova diviso fra l’egemonia dei Fratelli musulmani e l’opposizione dei partiti liberali e laici. La popolazione resta a guardare. Per gli egiziani non vi è alcuna differenza fra il regime di Mubarak e quello dei Fratelli musulmani. I salafiti continuano a lanciare fatwa contro i cristiani. L’ultima proibisce ai musulmani di fare gli auguri di Natale a un cristiani. Un leader islamico piange in televisione e sottolinea che “il nostro islam è in mano a menti arretrate che scialacquano la religione in fazioni e partiti settari”.

Il Cairo (AsiaNews) – All’inizio del nuovo anno e a quasi due anni dalla rivoluzione del 25 gennaio 2011, l’Egitto e gli egiziani possono solo celebrare la disillusione e il disincanto. La maggior parte concorda che ”la rivoluzione è stata rubata” e che “il nostro Egitto è stato rapito”.

L’impressione generale è che ”la patria è perduta e spaccata tra l’egemonia della Guida Suprema, i liberali, i membri della società civile e la popolazione che resta a guardare”. Il meraviglioso slogan e lo striscione che durante la rivoluzione chiedeva “pane, libertà e giustizia sociale”, è stato accantonato, messo da parte, dimenticato….

Un generale senso di delusione regna dopo la serie di manipolazioni e inganni avvenuti durante il 2012. Alla fine tutti hanno accettato il risultato – discutibile – delle elezioni presidenziali, sperando in buone e adeguate decisioni, scoprendo a poco a poco che il regime si sta trasformando sempre di più in una dittatura, sotto la ferrea e rigida autorità dei Fratelli Musulmani. I dimostranti che in novembre hanno protestato davanti al palazzo presidenziale hanno affibbiato al nuovo presidente il titolo di ” pecora “, per sottolineare che lui è una sorta di burattino manipolato dalla Guida suprema dei Fratelli Musulmani: lo dimostrano le molte decisioni e i provvedimenti, prima annunciati e poi ritirati.

La popolazione non vede alcuna differenza con l’ex regime: una nuova legge sulle manifestazioni è stata preparata proprio per neutralizzare qualsiasi movimento popolare. Molti giornali hanno titolato: ” Il ritorno di uno Stato di polizia…attraverso la legge “.  In più, il gran numero di guardie del corpo che attorniava il presidente al suo arrivo al parlamento lo scorso 30 dicembre ha fatto ricordare a tutti l’enorme scorta che circondava Mubarak.

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