Egitto, esercito riprende Dalga ma i cristiani hanno paura | Tempi.it

settembre 18, 2013 Leone Grotti

I Fratelli Musulmani avevano imposto il loro dominio a Dalga, obbligando i cristiani a pagare il tributo umiliante come 1.400 anni fa

egitto-dalga-cristiani-islamL’esercito egiziano ha riconquistato lunedì scorso il villaggio rurale di Dalga, nel governatorato di Minya, dove si sono verificate alcune delle violenze più gravi da parte dei Fratelli Musulmani a danno dei cristiani. Dopo la deposizione di Mohamed Morsi, la città era stata conquistata dagli islamisti, che hanno anche obbligato i cristiani a pagare la gizya, il tributo che secondo il Corano i dhimmi, cioè i sudditi non musulmani di uno Stato islamico come i cristiani, devono pagare «con umiliazione» in cambio della protezione e del mantenimento della propria fede.

«NON PROTEGGIAMO I CRISTIANI». Le forze di sicurezza egiziane, come riporta il New York Times, hanno sottolineato di non essere intervenute per «proteggere i residenti cristiani» ma per catturare un singolo ricercato islamista e che potrebbero entro breve lasciare nuovamente il villaggio. Il fuggitivo è Assem Abdel Maged, leader storico del gruppo estremista islamico Gamaa al-Islamiya.

«TEMIAMO VENDETTE». La notizia ha diffuso una certa preoccupazione tra residenti cristiani di Dalga, che temono di subire ritorsioni dopo la dipartita dell’esercito. «Potrebbero esserci vendette sui copti – spiega Magid Nessim – soprattutto da parte degli islamisti o di altre persone che ora sono arrabbiate per la presenza delle forze armate».

51 ARRESTI. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Mena, 51 persone accusate di resistenza a pubblico ufficiale, partecipazione in bande armate, incendi e distruzione di proprietà pubbliche e private sono state arrestate a Dalga. Resteranno in prigione per 15 giorni, fino alla fine delle indagini da parte dei magistrati.

Fonte: Egitto, esercito riprende Dalga ma i cristiani hanno paura | Tempi.it.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Africa e Medio Oriente e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.