EGITTO, LA VERA RAGIONE DELLE VIOLENZE CONTRO I COPTI: TENERLI FUORI DALLA POLITICA | Ereb

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Il recente referendum sulla Costituzione non sarebbe passato senza la grande entrata in campo della minoranza cristiana, che, con coraggio, è andata a votare nonostante attacchi e minacce da parte degli islamisti. Dopo la caduta dell’ex presidente Mohamed Morsi, gli estremisti attaccano i cristiani non solo per una ragione religiosa, ma soprattutto politica, hanno paura che l’Egitto non sia più uno Stato islamico, ma laico. Sono ad alcuni dei temi affrontati da Makram Mohamed Ahmed, ex presidente del sindacato dei giornalisti egiziani, in una lunga intervista all’agenzia di stampa Mcn-Direct. “La situazione – afferma Makram Mohamed – differisce in modo radicale dalle ondate di terrorismo dei gruppi islamisti, che prendono di mira i copti per varie ragioni. I Fratelli Musulmani prendono di mira i copti per mostrare la debolezza del regime e l’incapacità del governo di proteggerli, anche se certamente l’intolleranza religiosa è una delle principale motivazioni alla base degli attacchi. Vi sono molti casi di attacchi contro le chiese, soprattutto nell’Alto Etitto, e molti copti sono oggetto di violenze durante i loro riti religiosi”.

Per il giornalista la situazione è però cambiata in questi mesi, perché le divisioni fra copti e musulmani sono molto meno incisive rispetto ad alcuni anni fa. “Ormai – spiega – cristiani e musulmani sono consapevoli di essere un bersaglio comune per gli islamisti”.

Un esempio è la posizione della Gamaah Islamiyah. Il gruppo islamista vuole tenere i copti al di fuori della politica, lanciando contro di loro minacce di ogni tipo in caso di una loro partecipazione alle elezioni presidenziali. Casi di pressione si sono verificati anche durante le votazioni del 2012, quando in due villaggi dell’alto Egitto gli estremisti hanno impedito agli elettori egiziani cristiani di recarsi ai seggi. Tuttavia per il referendum costituzionale l’atteggiamento dei copti è cambiato. Il comitato elettorale ha scoperto che migliaia di esponenti della minoranza religiosa hanno sfidato i diktat degli islamisti andando lo stesso a votare, nonostante le minacce.

Makram Mohamed è convinto che ora la situazione sia completamente diversa, “perché i copti hanno acquisito una forte consapevolezza dei propri diritti e desiderano che vi sia piena parità fra le due religioni. Essi non si fanno più intimidire dalle minacce”. La partecipazione dei cristiani e il loro coraggio è stato decisivo per la vittoria del referendum e lo sarà ancora di più alle prossime elezioni presidenziali.

“Noi tutti ricordiamo le minacce che fece al- Beltagy, il leader dei Fratelli Musulmani,  in occasione del referendum costituzionale del 2012 quando disse che i manifestanti riuniti all’esterno del palazzo presidenziale per manifestare contro Morsi erano copti. Un altro leader della Fratellanza, Sfwat Higazi  giunse a minacciare direttamente il Patriarca copto ortodosso Tawadros II per spingere i cristiani a non votare”.

“I copti d’Egitto – sostiene Makram Mohamed –  sono un gruppo molto importante, una massa critica in caso di elezioni. I Fratelli Musulmani l’hanno sempre tenuto volutamente lontano dalle battaglie elettorali, con minacce e intimidazioni, oppure promettendo loro benefici, sostenendo che se essi avessero evitato di schierarsi contro di loro il movimento si sarebbe impegnato a difendere i loro diritti, ma i copti non si sono mai fatti ingannare da queste false promesse”.

Il giornalista egiziano spiega che “ora il  principale obiettivo  della Fratellanza è ritardare le elezioni presidenziali, poiché sono consapevoli che vi sarà un’affluenza decisamente maggiore rispetto al referendum”. Inoltre essi temono l’intesa fra Chiesa copto-ortodossa e Università islamica di al-Azhar, che darà ai copti ancora più ragioni per recarsi alle urne.

“In Egitto – afferma – vi è stato un cambiamento radicale nel rapporto fra cristiani e musulmani. Un esempio è l’impegno di volontari di religione musulmana nel proteggere le chiese dagli attacchi islamisti. E questo è un fatto che non  ha precedenti nella storia recente”.

Per Makram Ahmed “quella varata lo scorso 18 gennaio e forse la migliore costituzione che l’Egitto abbia mai avuto, in quanto amplia i diritti di tutti gli egiziani, basandosi non sulla religione, ma sul nazionalismo. Essa rifiuta tutte le forme di discriminazione per motivi di sesso, razza o religione”.

“La nuova costituzione – conclude –  permette anche a cristiani ed ebrei il diritto di ricorrere alle loro leggi per risolvere le controversie legate a fatti religiosi. Per ora la Costituzione prevede che l’Egitto sia ancora uno Stato islamico, ma che riconosce i diritti dei cristiani. E questo è decisamente un buon passo avanti”.

Simone Cantarini

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