Egitto – Lutto nazionale e decine di migliaia di fedeli in fila per i funerali di Shenouda

Le autorità statali ostentano grande partecipazione alla morte del “papa” dei copti egiziani. Sarà sepolto nel monastero nel quale Sadat lo mise agli arresti domiciliari. Tre morti e 137 feriti per la pressione della folla. In ossequio al decesso del patriarca, due famiglia, una cristiana e l’altra musulmana, pongono fine a una disputa costata 11 morti.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Decine di migliaia di persone prendono parte, stamattina, ai  funerali di Shenouda III, “papa” della Chiesa copto ortodossa, morto lo scorso 17 marzo a 88 anni, celebrati nella cattedrale di san Marco, nel distretto cairota di Abbasseya.  Le autorità statali stanno ostentando grande ossequio alla morte del capo della più numerosa comunità cristiana del  Medio Oriente: in tutto l’Egitto, oggi, è giornata di lutto nazionale, le bandiere sono a mezz’asta, i maggiori esponenti del potere hanno reso o stanno rendendo omaggio alla salma che, al termine della cerimonia funebre, sarà portata con un aereo militare a Wadr Natrun (delta del Nilo). Shenouda sarà infatti sepolto nel cimitero del monastero di St. Bushoy. dove il patriarca ha passato quattro anni agli arresti domiciliari, dal 1981 al 1985, per le sue critiche al regime dell’allora presidente Anwar al-Sadat.

Il rito funebre, al quale partecipano vescovi copti di tutto il mondo, è guidato dal patriarca della Chiesa ortodossa etiopica, Abuna Paulos. “Perché sta riposando, questo non significa che lo abbiamo perso”, egli ha detto tra l’altro. Il corpo di Shenouda, secondo tradizione,  è stato tolto dalla bara e posto sul trono con le solenni  vesti da cerimonia, rosso e oro,  la mitra d’oro sul capo.

Ingenti misure di sicurezza intorno alla cattedrale e al monastero dove sarà sepolto. Numerose anche le ambulanze e i medici presenti, visto che la pressione della folla ha provocato, in due giorni, tre morti e 137 feriti.

Come “omaggio” alla morte di Shenouda, due famiglie di un villaggio della provincia di Minya, nell’alto Egitto, hanno posto fine a un’annosa disputa, costata 11 morti. Il governatore della provincia, generale Serag Eddin al-Rouby ha dichiarato che le due famiglia, una cristiana e l’altra musulmana, si sono messe d’accordo dopo aver saputo della morte del patriarca

Fonte: Asia News.

TAGS: cristianofobia, Chiesa, Fede, discriminazioni, persecuzioni, cristiani, copti,  Africa, Europa, Asia, Laicismo, Islam

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