(di Danila Clegg) (ANSAmed) – IL CAIRO – Monta la polemica in Egitto sul caso di un’insegnante in una scuola elementare nella regione di Luxor, a sud del Cairo, che ha tagliato i capelli di due bambine che si erano presentate alle sue lezioni senza l’hijab, il velo islamico. E si riapre il dibattito anche sulle punizioni corporali nelle scuole pubbliche.
I genitori delle due allieve di undici anni hanno denunciato il caso e la maestra Iman Abou Bakr Kilany, che aveva gia’ minacciato di procedere a colpi di forbice contro le bambine che non si fossero adeguate alle sue disposizioni, e’ stata deferita alla giustizia amministrativa. Il Consiglio nazionale della donna ha condannato con durezza l’accaduto, sostenendo che si tratta di un atto contro la legge e i diritti umani e del bambino. La maestra, che indossa il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi, rischia un provvedimento disciplinare.
Ma gia’ si e’ sollevata la solidarieta’ di alcuni insegnanti salafiti, che si oppongono ad un suo trasferimento dalla scuola.
La vicenda, avvenuta la scorsa settimana, ma approdata sui media solo in questi giorni, e’ finita anche sul tavolo del ministro dell’Educazione, Ibrahim Ghioneim, che l’ha definita un’aggressione ”flagrante” della liberta’ delle due bambine, entrambe musulmane. Ma il ministro, riferiscono alcuni siti online, e’ anche criticato per non avere preso apertamente le distanze dal fenomeno delle punizioni corporali, ancora diffuso nelle scuole pubbliche egiziane.
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