ELEZIONI IN SIRIA: FALLIMENTO O SUCCESSO? | Ereb

Bollate come illegali, false e come un tentativo del regime di riguadagnare potere, le elezioni in Siria sembrano un successo, almeno per quanto riguarda l’affluenza, unico dato libero da interpretazioni ideologiche.

Fonti siriane, anonime per motivi sicurezza, parlano di una grande affluenza, anche se al momento è difficile quantificarne la percentuale. Tuttavia, ieri i seggi sono rimasti aperti fino alle mezzanotte, estendendo di cinque ore l’orario di chiusura previsto per le 19,00. Ai 9.601 seggi distribuiti nelle zone del Paese sotto il controllo del regime sono stati allestiti altre 220 postazioni elettorali per consentire alla popolazione di votare. Ad Aleppo e Dara’a la commissione elettorale ha chiesto altre urne a causa della inaspettata affluenza. Munir Ahmad Rihawi, presidente della Commissione elettorale di Aleppo ha dichiarato all’emittente Russia Today che “la grande partecipazione della popolazione ha costretto la commissione a chiedere al governo altre 150 urne da distribuire nei seggi elettorali”.

Il governo ha organizzato il voto in 13 dei 14 governatorati. Infatti, solo nell’area di Raqqa in mano agli estremisti islamici dello Stato islamico dell’Iraq e del levante non è stato possibile allestire dei seggi. In totale gli aventi diritto al voto sono circa 16 milioni, compresi i siriani residenti all’estero. Tuttavia, il governo ha consentito di partecipare alle elezioni solo ai siriani espatriati legalmente, tagliando fuori migliaia di rifugiati residenti nei campi profughi di Turchia, Libano e Giordania gestiti dall’Onu, che ha di fatto impedito ai suoi ospiti di recarsi in Siria per votare, pena la perdita dello status di richiedenti asilo politico. Per garantire la trasparenza delle elezioni – non riconosciute dai Paesi occidentali e del Golfo – il governo ha invitato supervisori provenienti da 30 Stati, fra cui Russia, Iran, Bolivia, Venezuela, Filippine, Uganda, Tajikistan e Zimbawe.

All’estero 43 Paesi hanno consentito alle ambasciate siriane aprire seggi. Secondo l’agenzia di Stato siriana Sana, l’affluenza è stata di circa il 95%. Italia, Francia, Belgio, Stati Uniti, Canada, Emirati arabi, Qatar e Arabia Saudita hanno invece rifiutato, reputando le votazioni illegali. Lo scorso 28 maggio l’ambasciata siriana a Beirut è stata “assediata” da una folla di oltre 100mila elettori siriani, la maggioranza dei quali sostenitori di Bashar al-Assad. In migliaia hanno però deciso di attraversare la valle della Beka’a, che segna il confine fra Libano e Siria, per votare nei loro villaggi di origine.

La vittoria di Assad appare scontata. La partecipazione della popolazione e la possibilità di scegliere altri due candidati oltre al presidente in carica, rendono però le elezioni siriane un tentativo democratico forse superiore a quello egiziano. In Egitto solo il 35% della popolazione si è recato alle urne e le autorità hanno esteso di un giorno il voto non per la grande affluenza, ma per attirare più persone a votare.

Fonte: ELEZIONI IN SIRIA: FALLIMENTO O SUCCESSO? | Ereb.

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