Eluana e il Presidente

Due anniversari dimenticati In questi giorni così densi di avvenimenti importanti e di cambiamenti per la Chiesa e per la politica italiana, molti si sono dimenticati di ricordare il quarto anniversario della condanna a morte di Eluana Englaro.
Ci traviamo oggi a metà strada tra la data del 9 febbraio (2009) e l’ormai prossimo addio al Quirinale dell’uomo che fu tra i maggiori responsabili, ad avviso di chi scrive il principale protagonista, della terribile fine della giovane ragazza.
Quel Napolitano che invece di correre a firmare un decreto preparato ad hoc dal governo per salvare la vita di una cittadina italiana, di una donna, corse invece a farsi dare ripetizioni di diritto costituzionale dai preti del laicismo della sinistra, finendo così, (come disse un uomo molto intelligente in quei giorni drammatici) per “scegliere la forma rispetto alla vita”.
Sarebbe importante ricordare Eluana. Ma i maggiori quotidiani non l’hanno fatto. I telegiornali hanno glissato. Una ragazza italiana messa a morte in forza di una sentenza di un tribunale, su richiesta del padre (tra l’altro poi pateticamente strumentalizzato da un certo partito, non sto a dire quale, per fini politici).
Tutto questo, in mezzo a una caciara da mercato del pesce dei salotti bene della cultura italiana, Santoro, Ballarò, Vespa, la7 ecc. nei quali si insultava Berlusconi perché invadeva uno spazio riservato alla magistratura. E nei quali si urlava contro la Chiesa Cattolica perché si intrometteva in questioni di Stato. I vari intellettuali alla Odifreddi, Cecchi Paone & Co. invece invocavano il rispetto per una concezione “laica” della vita.
Come se ci fosse una visione laica contrapposta ad una religiosa della vita. Assurdo.
La vita è, o non è. E se una vita è, come lo era nel caso di Eluana, allora non esiste un potere dello Stato in grado di dire che quella vita non è degna, o che qualcuno è autorizzato a spegnerla impunemente. Il fatto che siano spesso i cattolici gli unici a ricordarlo non vuol dire che ci sia una “teoria” astratta della vita dei cattolici. I cattolici difendono la vita. Ma non esistono due versioni di tutto. Nella tripartizione dei poteri non c’è un potere dello Stato al quale è riservato il diritto di decidere della vita degli uomini. Quello è il potere di Dio. Non dei tribunali.

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