Esiste la solidarietà?

“ Ogni albero buono dà frutti buoni, ogni albero cattivo dà frutti cattivi, non può un albero buono dar frutti cattivi, né un albero cattivo dar frutti buoni ( S. Vangelo Mt.7,17,18).

La civiltà degli uomini, sia quella che va verso una certa direzione che quella che cammina in senso inverso, anela la ribalta dei mass media nella certezza che questa “filosofia” porta consensi per sposare la causa della solidarietà .

Dice Papa Francesco nella spiegazione della Parabola dei vignaioli che si sono sentiti forti ed autonomi da Dio, “cosa succede quando vogliamo diventare i padroni della vigna ?” perdendo “ il rapporto con il Padrone della vigna, diventando adoratori di noi stessi ? “ ( Omelia 3 giugno 2013 Chiesa Santa Marta in Vaticano ) .

Diventiamo “padroni” egoisti, carenti di solidarietà, schiavi di noi stessi e dell’avarizia ! Oh! quanti ci siamo e vogliamo essere “padroni” di ogni cosa, “padroni” dei rapporti umani, “padroni di un relativismo incessante, “padroni” di un egoismo imperante, “ padroni” di una arroganza aberrante !

Ma la solidarietà, principio altamente etico che ogni uomo, specie cristiano, deve sostenere verso i più sfortunati della vita, i più bisognosi, i più diseredati, è un concetto che deve indurre tutti ad essere difensori di diritti, di doveri e pari dignità sociale .

La solidarietà o meglio per i tempi moderni la legislazione sociale, comprende tutte quelle norme sulla protezione ed assistenza dei poveri, ammalati, invalidi : in senso stretto è costituita da quel complesso di norme che tutelano la persona nel campo igienico, morale ed economico.

In campo : igienico con norme che mirano alla salvaguardia della salute e delle condizioni somatiche e psichiche dell’uomo;
in campo morale nella condotta dell’uomo che agisce da norme che influiscono sulla collettività e che tutelano la dignità ed assistenza ; in campo economico con norme che regolano l’alternativa di fasi o bisogni individuali .

Ma la famiglia è quella che dà maggiore garanzia di solidarietà, è e resta il fulcro dell’attività umana, è e resta il focolare domestico, è e resta la “colla” aggregante della società, che non è solo quella moderna in cui i componenti “ vanno ognuno per conto proprio”, ma quella tradizionale che unisce i coniugi saldamente, che educa i propri figli, che rispetta i genitori anziani, che cura i propri membri allorquando questi restano invalidati .

Tutto questo lo devono ricordare quanti vogliono imporre il concetto diverso della famiglia : la grande aggregazione sociale !

“Essa punta a gettare luce nella quotidianità”, come disse il Cardinale Tettamanzi prima dell’Incontro Mondiale delle Famiglie nel 2012 a Milano “un’occasione propizia per rilanciare l’esperienza della famiglia e la vita quotidiana”.

Ho sempre ammirato il Presule, a parte la stima e la sincera amicizia, per il grande coraggio e senza tema di smentita per il grado di sensibilità e testimonianza nella “ difesa effettiva dei diritti dei deboli”, ha sempre sostenuto “non sono diritti deboli”.

Ma la famiglia “vive” in libertà ? Forse ! In questi momenti è molto disorientata, incompresa, depauperata, indignata !

Un sordido risentimento serpeggia nella gente, appena si presenta l’occasione avvengono soppressione di persone con una facilità allucinante ! A volte il “bene”viene riconosciuto più nelle bestie ( che rispettiamo) che non nell’essere umano !

Purtroppo oggi la famiglia, che la stessa riflessione dell’antica Roma non esitava a definire “Principium urbis est quasi seminarium rei publicae” ( il nucleo primo della città è quasi semenzaio dello Stato), è nel turbinio delle contraddizioni, ma, ripeto all’unisono, costituisce la principale capacità di relazione sociale, perché senza famiglia non c’è socializzazione.

Anche se si “parla” di aiuti alla famiglia nelle politiche sociali (?) ed in certi ambienti che si appellano cattolici, “ma sono proprio veri “, come dice Papa Francesco, o sono “ cristiani tiepidi, da salotto ?“ ( 16 maggio 2013 Chiesa Santa Marta Vaticano),

In questa n/s società che si dibatte in serie difficoltà economiche, morali, violenze in famiglia, violenze negli stadi, disagio giovanile, omicidi, suicidi, corruzione e corruttori in “voga”, droga, eutanasia, depressione, burnout o processi stressogeni malesseri che largamente soffre, se si tenta di distrugge la famiglia, ma come si possono riconquistare i valori umani e fondamentali che regolano la vita e la libertà ?

Nei momenti difficili della vita non possiamo restare nel “palazzo” dei nostri privilegi estraniandoci dal mondo, ma è necessario ed improrogabile il coraggio di prendere coscienza e conoscenza della nostra povertà interiore.

La famiglia che i rilevamenti statistici vogliono affermare verso varie forme di vita sociale e di nuove modalità, questa tradizionale famiglia turlupinata è ancora “viva”, è quella che “vive” di libertà e non “vive”di libertinaggio !

Questa deve essere la sintesi di un migliore concetto di libertà, solidarietà, azione, proposizione, civiltà che costituiscono il senso della vita e rispetto della dignità umana in questa civiltà dell’individualismo e dell’indifferenza che si tenta di instaurare .

Bisogna stare molto attenti ed accantonare, una volta per tutte, il “mondo ed il libro dei sogni” !

Ma dove è finita quella “solidarietà sociale”, più volte “esumata” e “conclamata” da parte di tutti ?

Un ennesimo appello è rivolto al buon senso ed alla capacità di difesa nella perdurante e mascherata eutanasia, nella difesa dei malati cronici, di quelli terminali, degli anziani, dei poveri, dei bisognosi, degli emarginati, in una parola per tutto il mondo della sofferenza per non dovere ancora “assistere” alla carente solidarietà, come quasi giornalmente avviene, dove impotenti ed increduli forzatamente assistiamo !
Ma con le parole del Beato Giovanni Paolo II° : “Andiamo avanti con speranza! ”

Previte

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