European Institute of Bioethics: eutanasia pericolosa in Belgio | UCCR

L’eutanasia è legale in Belgio dal 2002: in nove anni ci sono stati  5513  casi dichiarati di “dolce morte”, in costante e forte aumento, partendo dai  235 del 2003 per arrivare ai 1133 del 2011, confutando così la tesi secondo cui con la sua legalizzazione non avverrebbe alcun cambiamento sociale.

L’European Institute of Bioethics (EIB), con sede in Belgio, ha presentato di recente una relazione di controllo di questi anni in cui l’eutanasia è stata legalizzata, e il tema centrale è stato l’inefficacia e la parzialità della commissione di membri nominati dal governo per monitorare e controllare l’esecuzione dell’eutanasia. Dopo 10 anni e circa 5.500 casi, viene scritto, non un caso è mai stato riferito alla polizia, risulta illusorio -dicono- aspettarsi che i medici denuncino i loro fallimenti.

Inoltre, come riportato su BioEdge, il controllo sulla corretta applicazione della legge avviene a posteriori, quando il paziente è già stato ucciso, e 7 dei 16 membri della commissione sono di fatto attivisti pro-eutanasia. Questo è sufficiente a spiegare, secondo l’EIB, «l’assenza di qualsiasi controllo effettivo e la sempre più ampia interpretazione che la Commissione intende dare alla legge». Una legge che permette l’eutanasia è già abbastanza grave, suggeriscono, ma il governo non riesce nemmeno a far rispettare la sua applicazione. Così il controllo è sempre stato  effettuato in modo volutamente permissivo: l’interpretazione “allargata” della legge ha fatto sì che mai la Commissione abbia contestato un caso, benché nell’8% dei pazienti uccisi non si verificasse l’imminenza della morte naturale  e la prevista richiesta scritta del paziente mancasse nel 94% dei casi.

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