Una reazione di «angoscia e smarrimento: di fronte alle persone che hanno paura di soffrire e che pensano a farla finita, il richiamo alla morte cercata appare come l’ultima resa di un umanesimo ormai sconfitto. Non è questa la risposta»: così Paola Ricci Sindoni, vicepresidente vicario dell’associazione Scienza&Vita commenta il video-choc sull’eutanasia diffuso oggi dai Radicali, insieme all’annuncio di una raccolta firme per una legge che legalizzi l’eutanasia in Italia.
Nelle immagini in cui è protagonista, una malata terminale che dall’Italia ricorre all’eutanasia in Svizzera, «il messaggio che viene lanciato è colmo di abbandono e di resa, può apparire anche lesivo della dignità di coloro che ogni giorno affrontano con coraggio e speranza una patologia degenerativa o una diagnosi inguaribile – per Scienza&Vita -. La storia raccontata nel video è la storia di chi vuole uscire sconfitto dalla vita e che non riesce più a tollerare la paura. Scoraggiante appare chi sfigura questa vicenda di dolore in arma politica».
Il direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica, Adriano Pessina, parla di un atteggiamento «a metà strada tra l’apologia e l’istigazione al suicidio» da parte dell’Associazione Luca Coscioni: «Non si può accettare che in un Paese civile la disperazione di una donna sia utilizzata per una campagna a favore dell’eutanasia camuffata sotto il tema delle libertà individuali. Piera, da presunta protagonista, diventa duplicemente vittima, della sua malattia e dello sfruttamento mediatico dei radicali». Mentre il nostro Paese «si sta meritoriamente impegnando nella promozione delle terapie del dolore, nell’assistenza domiciliare, nel sostegno clinico ed esistenziale dei malati terminali – prosegue il docente – i radicali italiani costruiscono a tavolino una campagna mediatica che, con la pretesa di introdurre un inesistente diritto di morire, fornisce semplicemente un cinico contributo alla razionalizzazione delle spese di cura. La morte è la cessazione di ogni diritto e come tale non può mai essere posta come una conquista di civiltà».
«L’Udc – per bocca del senatore Antonio De Poli – condanna senza mezzi termini il video choc lanciato dai radicali. Si tratta di un’iniziativa che offende la sensibilità di molti italiani. Rispettiamo il dolore di chi soffre ma non si può disprezzare il valore della vita sino a banalizzarlo, rappresentandolo con un semplice bicchiere d’acqua che si porta via il dono più bello che abbiamo». Per il deputato di Scelta civica Gian Luigi Gigli «è inaccettabile che, anche ora che reggono il ministero degli Esteri i radicali, invece di lavorare per dare nuova speranza a un Paese in difficoltà, pensino solo a organizzare i viaggi all’estero dei malati che chiedono di morire».
Fonte: Eutanasia, un video choc «La morte non sia oggetto di propaganda» | Vita | www.avvenire.it.