Forse liberati i due vescovi ortodossi in Siria

2013-04-23 Radio Vaticana
Sarebbero stati liberati nel pomeriggio di oggi i due vescovi ortodossi siriani rapiti ieri nel nord del Paese. Lo riferisce la versione in arabo dell’agenzia Zenit. La notizia non è stata ancora confermata ufficialmente. L’agenzia Zenit afferma che sin da ieri, quando i due presuli sono stati rapiti a nord-est di Aleppo, sono stati compiuti ”intensi sforzi” per liberarli. E nella mediazione sarebbero intervenuti anche ”i vertici della Chiesa russa ortodossa, il ministro degli Esteri greco e l’inviato speciale Onu per la Siria” Lakhdar Brahimi.
I vescovi ortodossi rapiti in Siria stavano compiendo una missione: quella di liberare due loro sacerdoti, anch’essi rapiti oltre due mesi fa. E’ quanto rivela da Aleppo il nuovo amministratore apostolico della città siriana, padre George Abou Kazen. Al microfono di Francesca Sabatinelli, il religioso questa mattina aveva espresso la preoccupazione per la sorte dei due vescovi, per i quali il capo ad interim dell’opposizione siriana, George Sabra, sarebbe a lavoro per ottenerne il rilascio. Ascoltiamo l’intervista realizzata prima della presunta liberazione:
R. – Purtroppo, non abbiamo ancora delle informazioni esatte e neanche notizie da parte di coloro che hanno rapito questi vescovi. Non sappiamo nulla, più o meno sappiamo qual è la regione in cui si trovano, però esattamente dove siano e da chi o da quali gruppi siano stati rapiti non lo sappiamo. Alcuni dicono si tratti di ceceni, di un gruppo di jhiadisti ceceni. Ma quello che è certo è che l’autista del vescovo siro-ortodosso che era con loro è stato colpito a morte. Ci è stato dato il suo corpo e domani alle ore 11, ora locale, celebreremo i funerali.
D. – L’autista era un cristiano?
R. – Un cristiano latino di rito romano, cattolico. Era un nostro parrocchiano.
D. – Voi avete ipotizzato qualcosa? Questi due vescovi sono stati un obiettivo casuale o volevano proprio loro?
R. – Questi due vescovi erano andati a liberare due preti – rapiti due mesi e mezzo fa, il 15 febbraio – perché i loro rapitori avevano promesso che glieli avrebbero riconsegnati. Gli ostaggi erano un prete di rito armeno cattolico e un prete di rito bizantino greco-ortodosso. Sembra che ai due vescovi sia stato detto di andare a prenderli. Erano arrivati ad un accordo e quindi erano andati per prendere quei due sacerdoti.
D. – Vuol dire che i due vescovi rapiti avevano dei contatti con un gruppo, con qualcuno che potrebbe essere l’autore del rapimento? Voi sapete con chi avevano trattato i due vescovi?
R. – Quando si contratta, come ben noto, questo avviene tramite la Croce Rossa o la Mezzaluna Rossa. Poi, si arriva a un accordo, ma non si sa mai chi è l’autore: non è mai in prima fila, viene sempre per terzo.
D. – Questi due vescovi che tipo di rapporti avevano con i cristiani, con i musulmani della zona?
R. – Hanno avuto sempre buoni rapporti con tutti. Non c’era dunque alcun tipo di problema legato al buon vicinato, alla convivenza, anzi. Partecipavano sempre a gruppi di dialogo.
D. – Ma a questo punto, secondo lei che cosa sarebbe opportuno fare? Come intervenire? Vi siete rivolti a qualcuno?
R. – Noi non sappiamo ancora a chi rivolgerci. Come ho sempre detto a tutti, i grandi della Terra sanno come comportarsi quando si tratta di armare: potrebbero almeno intervenire per liberare la gente povera…
D. – Quindi, cercare qualcuno che apra un dialogo con questi rapitori…
R. – O chi li comanda…
D. – Cosa potrebbero chiedere in cambio dei due vescovi?
R. – Non sappiamo niente. Quello che ho sempre detto è che non bisogna incoraggiare la violenza dando le armi alla gente, ma battersi per una giusta riconciliazione, per un dialogo fra tutti. Noi sappiamo bene che tutti gli altri dipendono da gente che è di fuori, da potenze che non sono siriane. Quindi, questi li incoraggiano alla violenza e alla guerra. Che li incoraggiano per un dialogo piuttosto! È questo quello che noi vogliamo. Il dialogo, la riconciliazione: è questa la via giusta per la pace.

Fonte: Forse liberati i due vescovi ortodossi in Siria.

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