Francia: governo socialista scatenato contro la famiglia | No Cristianofobia

Il governo socialista, in Francia, pare proprio essersi dato come obiettivo quello di distruggere la famiglia, di far precipitare il tasso di natalità, di strappare i figli ai genitori affidandoli alle strutture pubbliche, di minare il sistema pensionistico a lungo termine, di premiare i single senza prole. E cerca di far centro con uno zelo altrimenti inedito, ben sapendo come proprio il focolare domestico rappresenti da sempre la roccaforte dei Valori, l’epicentro educativo ed il luogo per eccellenza della tradizione. Lo ha rivelato il giornale on line Liberté Politique, presosi la briga di stilare un elenco dei tagli e dei provvedimenti assunti negli ultimi due anni sotto il pretesto di un egualitarismo scriteriato.

Si parla di ribassi al plafond del quoziente familiare, ribassi che han colpito la metà delle famiglie soggetto d’imposta; di un incremento dello sconto fiscale, che non ha minimamente tenuto conto del numero di figli a carico; di un congedo parentale sempre più breve, costringendo i genitori ad affidare i loro figli, neonati compresi, a strutture esterne quali gli asili-nido; di un abbassamento a 16 anni di età per gli assegni familiari. E poi l’ultima invenzione, una vera e propria «imposta sul bambino». I parlamentari del gruppo socialista hanno deciso di modulare gli assegni familiari in base alle risorse di ciascun nucleo, nonché di abolire il quoziente coniugale, secondo quanto scritto sul rapporto stilato dal Centro d’Analisi economica, legato al premier. Insomma, una serie di riforme “sociali”, tali da snaturare il senso profondo del matrimonio e da tradire l’ideologia soggiacente, che punta di fatto all’annientamento del focolare domestico. Non a caso i nuovi tagli fiscali privilegiano le coppie senza figli.

Il governo cerca di giustificare l’ingiustificabile, imputando tali misure all’urgenza di ridurre il deficit pubblico in questo ambito di ben 700 milioni. Ma tale cifra, su un bilancio totale di 90 miliardi di euro, rappresenta veramente la classica goccia in un oceano. Al contempo, osserva Liberté Politique, lorsignori evitano «in tutti i modi di ridurre le spese, di cui beneficia la loro clientela elettorale e la nomenclatura politico-sindacal-mediatica».

Certo, tutto questo può far sorridere in un Paese come l’Italia, ove le politiche familiari, da sempre promesse, non son mai nemmeno partite. Ma rappresenta, a maggior ragione, un sintomo inquietante ch’esse regrediscano anche laddove fiorenti. Sino ad oggi (nella foto, il primo ministro francese Manuel Valls).

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