Il dibattito sulla legge che si propone di estendere il diritto al matrimonio alle coppie omosessuali sta dividendo il paese, in una contrapposizione oltre le antiche divergenze tra pensiero laico e religioso.
Luca Rolandi
La scorsa settimana nel corso della visita ad Limina dei vescovi a Roma dal Papa, uno dei temi caldi di confronto e analisi è stato il contrasto alla decisione che il governo e il presidente Hollande sono convinti dell’importanza dell’ approvazione della nuova normativa all’inizio del 2013.
La chiesa francese non ha alcuna intenzione di imboccare il viale della contrapposizione ideologica e delle discriminazioni nei confronti degli omossessuali, ma è grande la difficoltà nel ribadire la necessità della dottrina magisteriale e il rapporto con i tanti credenti che sono invece convinti della necessità di allargare la base dei diritti. Il tema e al centro del dibattito e delle riflessioni dalla conferenza episcopale, alle parrocchie, alle associazioni e comunità fino agli analisti, più aperti al dialogo e acuti nell’avvertire un grande cambiamento di mentalità che scrivo per le storiche testate d’ispirazione cristiana (La Vie, La Croix, Etude, Esprit). L’obiettivo comune è quello di erigere barricate e che pur difendendo i valori cattolici, si continui a dialogare con il mondo politico, rifuggendo da crociate identitarie promosse dai gruppi tradizionalisti.
Domenica oltre centomila persone sono sfilate sui boulevards parigini per dire no alla legge, in una manifestazione promossa dal gruppo conservatore “Civitas”. La maggior parte ha gridato pacificamente la sua opposizione alla legge, alcuni hanno ecceduto e risposto violentemente alle provocazioni delle femministe integraliste “Femen”.
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