Genesi e genetica, l’alleanza è possibile | Cultura | www.avvenire.it

«Non abbiamo una solida evidenza scientifica sulla creazione ex nihilo; questa rimane un argomento da studiare con gli strumenti della filosofia. I continui processi dell’evoluzione della Terra e della vita sono ormai eventi scientifici ben stabiliti. E servono come elementi essenziali della creazione permanente». Ecco i passi salienti della relazione su scienza e fede, tenuta l’8 ottobre davanti al Pontefice e al Sinodo dei vescovi, dal premio Nobel Werner Arber. Le parole del microbiologo svizzero sono oggetto di attenta riflessione perché un anno fa Benedetto XVI lo ha nominato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze. Arber è considerato uno dei padri della «rivoluzione biologica» del XX secolo. È professore emerito al Biozentrum dell’Università di Basilea, e il Nobel per la Medicina l’ha ottenuto – nel 1978 – per aver scoperto gli «enzimi di restrizione», che sono cardini dell’ingegneria genetica. E fra tre mesi circa, il 21 febbraio 2013, saranno celebrati i sessant’anni dalla scoperta della «doppia elica» (la struttura del Dna). La data diventa un crocevia delle dispute sulla scienza. Nella sua relazione al Sinodo, Arber ha esposto la tesi secondo la quale la teoria neo-darwiniana non è incompatibile con il pensiero della Chiesa e, in particolare, con la creatio in fieri o creazione continua. Il premio Nobel afferma che oggi le scoperte scientifiche aumentano perché in larga misura si basano sull’osservazione della evoluzione in atto. «Anche gli autori dell’Antico Testamento erano consapevoli delle varianti genetiche. I personaggi descritti nella Bibbia non erano affatto dei cloni geneticamente identici ad Adamo ed Eva». Alcuni passaggi dell’evoluzione restano tuttavia ancora avvolti in un alone di mistero , tanto che nei dibattiti ci si chiede perché in certi casi «l’evoluzione si nasconda». Ed ecco la spiegazione fornita dal presidente della Pontificia Accademia delle Scienze: «Nel corso degli ultimi decenni, l’investigazione genetica ci ha fatto capire meglio le variazioni spontanee. Esse rappresentano il comando che sospinge l’evoluzione biologica. Oggi sappiamo che la realtà vivente opera attivamente perché l’evoluzione biologica sia un processo molto lento ma certamente saldo. In altre parole, la natura vivente ha il potere intrinseco di evolvere». Sul fronte scientifico c’è chi pensa che scienza e fede siano troppo diverse fra loro per poter dialogare proficuamente anche sull’evoluzione.

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