GRAN BRETAGNA La strana alleanza per i matrimoni gay

La Camera dei Comuni ha approvato con una maggioranza trasversale. David Cameron è riuscito a ottenere il via libera solo grazie ai voti dei laburisti. La legge va alla Camera dei Lords. Le preoccupazioni dei vescovi anglicani. L’appello del primate Nichols: “L’apertura ai figli e, con essa, la responsabilità per padri e madri di rimanere insieme per occuparsi dei bambini nati nella loro famiglia non è più al centro dell’interpretazione che la società dà dell’istituzione matrimonio”

Si sposta alla Camera dei Lords l’ultima chance dei vescovi cristiani e del movimento per la vita di bloccare la legislazione sui matrimoni gay che la Camera dei comuni ha approvato ieri con una maggioranza di 366 contro 161. In un documento, pubblicato alla vigilia del voto, la Conferenza episcopale cattolica chiedeva che venissero protette, con emendamenti, libertà di parola e di praticare la propria religione. Il via libera è stato ottenuto da David Cameron solo grazie all’aiuto dei laburisti, suoi oppositori naturali.

I vescovi cattolici scrivono ai parlamentari. In un documento, inviato qualche giorno fa ai parlamentari che si preparavano al voto, il Primate cattolico Vincent Nichols e l’arcivescovo Peter Smith hanno chiarito che, con questa normativa, “l’apertura ai figli e, con essa, la responsabilità per padri e madri di rimanere insieme per occuparsi dei bambini nati nella loro famiglia non è più al centro dell’interpretazione che la società dà dell’istituzione matrimonio”. I vescovi hanno anche proposto una serie di emendamenti che puntano a tutelare libertà di parola e di praticare la propria religione. In particolare hanno chiesto che la legge venga modificata per garantire che “i cittadini non vengano discriminati se esprimono pareri contrari ai matrimoni omosessuali”, “che le scuole religiose non vengano costrette a sostenere e promuovere tali matrimoni”, “che vengano tutelati ufficiali di stato civile che facciano obiezione di coscienza quando viene loro chiesto di ufficiare a cerimonie gay” e “che le organizzazioni religiose non vengano penalizzate, in alcun modo, se si rifiutano di dare spazio a matrimoni omosessuali”.

Preoccupati anche i vescovi anglicani. La preoccupazione dei vescovi cattolici è condivisa da quelli della “Chiesa di Inghilterra” che, in un incontro con i parlamentari, hanno avvertito che “giovani cristiani e funzionari pubblici saranno costretti a scegliere tra la loro coscienza e la carriera sulla questione dei matrimoni omosessuali”. In una lettera scritta al “Daily Telegraph” l’arcivescovo cattolico Peter Smith e i responsabili delle organizzazioni protestanti “Co-Mission” e “Fellowship of Independent Evangelical churcher” hanno avvertito che centinaia di migliaia di giovani cristiani potrebbero decidere di non diventare insegnanti, dottori, infermieri o funzionari pubblici per colpa della nuova legge. Anche 500 imam hanno accusato il governo di attaccare “la base della vita famigliare”.

L’ultima parola tocca ai Lords. I deputati dei comuni hanno deciso di ignorare, oltre alle quasi 700mila firme raccolte dalla “Coalizione per il matrimonio”, le persone che hanno dimostrato fuori da Westminster in questi giorni. Nonché i 40mila insegnanti interpellati da un sondaggio, i quali hanno manifestato la volontà di non incorporare i matrimoni gay nelle loro lezioni. È possibile che i Lords, ai quali tocca discutere la legge a cominciare dal prossimo 3 giugno, si dimostrino più disponibili. “Questa legge troverà una opposizione maggiore alla Camera dei Lords dove Lord Dear ha già detto che parlerà contro la normativa dal primo dibattito, un fatto insolito. Si tratta di una normativa insolita, non prevista da nessun manifesto di partito né nel discorso col quale la regina annuncia ogni anno il nuovo pacchetto legislativo”, spiega Paul Tully, portavoce della “Società per la protezione dei bambini non nati”, una delle più attive del movimento della vita. Secondo Andrea Minichiello Williams, direttrice di “Christian concern”, una associazione cristiana che ha riunito, in questi giorni, almeno 300 persone, fuori dal parlamento di Westminster, per protestare, “c’è stata una rivolta massiccia da parte del partito conservatore contro questa legge che è stata affrettata attraverso il parlamento, senza nessuna vera consultazione e senza seguire il normale iter legislativo. David Cameron non ha difeso apertamente la legge davanti alla Camera dei comuni perché sa che è profondamente impopolare”, ha detto la direttrice di “Christian concern”.

Fonte: SIR – Servizio Informazione Religiosa – Prima Pagina.

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