Gran Bretagna, polemiche sulla Comunione ai parlamentari “eretici” – Vatican Insider

Dichiarazioni di un Vescovo hanno creato allarme fra i politici cattolici che hanno votato per l’equiparazione del matrimonio con unioni dello stesso sesso.

MARCO TOSATTI
ROMA

Le dichiarazioni di un vescovo britannico hanno, nei giorni scorsi, provocato allarme fra i parlamentari cattolici che hanno votato in Gran Bretagna a favore dell’equiparazione del matrimonio naturale con le unioni fra persone dello stesso sesso. E hanno causato una inusuale risposta della Conferenza episcopale tesa a placare i timori. Ma è una vicenda che si è presentata –in termini analoghi – negli Stati Uniti e in altri Paesi, e in cui l’opportunità politica contrasta evidentemente con quanto stabilisce – o stabilirebbe – la dottrina della Chiesa.

Il vescovo di Portsmouth, Philip Egan, ordinato nel 2012 da Benedetto XVI, in un’intervista a LifeSiteNews  affermava qualche giorno fa che negare la Comunione a chi è coinvolto pubblicamente in un peccato grave è “un atto di misericordia” e un rimedio “medicinale” per i cattolici. “Quando le persone non sono in comunione con la Chiesa cattolica su punti centrali quali il valore della vita del bambino non nato e in termini di insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla vita della famiglia, e votano in favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso, non dovrebbero ricevere la Santa Comunione”. E ha aggiunto: “Nessuno è obbligato a essere un cattolico. Siamo chiamati da Cristo, ed è Lui che ci ha scelto, è una scelta libera. Noi viviamo sotto la parola di Dio. Non è la mia verità, è la verità di Dio. Uno spera che in quel caso si incoraggi la persona interessata a tornare sui suoi passi per cercare la comunione con il Signore, con la verità, e a dire: mi spiace, mi sono perso”.

In realtà da un punto di vista dottrinale le parole di Egan non hanno nulla di clamoroso: sono l’enunciazione del canone 915 del Codice di Diritto canonico, che proibisce di essere ammessi alla Comunione a quanti sono stati scomunicati, interdetti, e a chi persevera ostinatamente in peccato grave e manifesto. Il cardinale Raymond L. Burke, prefetto della Segnatura apostolica, il tribunale supremo della Chiesa, ha confermato a diverse riprese che le persone che sfidano pubblicamente, nella politica, l’insegnamento morale della Chiesa non dovrebbero essere ammesse alla Comunione. Ma molti vescovi non applicano il canone 915. E le dichiarazioni di Egan hanno fatto scalpore perché è la prima volta che il problema viene sollevato pubblicamente in Gran Bretagna.

Tanto scalpore che la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles ha voluto assicurare i parlamentari che “non ci sono piani” per rifiutare la Comunione a quanti hanno votato a favore del matrimonio fra omosessuali. Greg Pope, responsabile alla conferenza delle relazioni con il Parlamento, un ex-deputato laburista ha assicurato che il canone 915 non verrà applicato ai parlamentari interessati. Una lettera in questo senso è stata inviata, con la piena autorizzazione dei Vescovi.

Greg Pope – ha confermato la Conferenza episcopale – “parlava con la piena autorizzazione dei Vescovi”. Greg Pope stesso poteva rientrare nella fascia “colpita” da un’eventuale provvedimento: nella sua carriera parlamentare ha votato a favore dell’aborto, dell’adozione da parte di coppie omosessuali e della contraccezione artificiale. Ma nonostante questi precedenti la Conferenza episcopale l’ha scelto come “liaison officer” con il Parlamento.

La segreteria generale dei vescovi prima di dare il via libera al messaggio rassicurante ha compiuto – afferma – una rapida consultazione fra i vescovi. La diocesi di Portsmouth ha fatto sapere che il Presule non aveva niente da aggiungere. Il deputato di Portsmouth, Conor Burns, cattolico che ha votato a favore del matrimonio fra omosessuali, ha dichiarato al Telegraph che le parole del Vescovo lo avevano colpito profondamente, e che ora “si sentiva incapace” di ricevere la Comunione nella sua parrocchia. Burns è presidente del gruppo parlamentare per i rapporti con la Santa Sede, ha definito le parole di Egan “una tragedia”: “Mi sento un po’ meno benvenuto di prima nella mia Diocesi”. E in una dichiarazione alla rivista Tablet ha criticato Egan dicendo: “È un grande peccato, davvero una tragedia, che questo vescovo non sembri aver notato che abbiamo un nuovo gentile Pastore che prega un messaggio cristiano di inclusività, amore, tolleranza e perdono”. Riferendosi, ovviamente, a papa Francesco.

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