I “cenerentoli” della Sanità Italiana sono i disabili psico-fisici?

Dignità dell’uomo, economia al servizio del bene comune, inclusione sociale, lotta alla fame, aborto, eutanasia, sono questi i temi di Papa Francesco ed occasioni per una più approfondita riflessione sulle cause della crisi economica, di quella materiale, di quella morale, di salute ed ambiente che avvolge il mondo ( argomenti e sunto del Messaggio  22.1.2014 per economia a Davos (CH) .

E’ vero che la povertà è stata ridotta in molte parti nel mondo, ma non basta perché persiste ancora “una diffusa esclusione sociale”, continua Papa Francesco, dove ancora oggi 2018 Anno del Signore “ la maggior parte di uomini e donne continuano a vivere ancora una quotidiana precarietà, con conseguenze spesso drammatiche”.

Ed è per questo che è auspicabile che la politica e l’economia devono tendere a portare una significativa promozione di “un approccio inclusivo che tenga in considerazione la dignità di ogni persona umana ed il bene comune”, parole che svolgono una tematica che oggi avvolge anche l’Italia .

Ogni tanto dobbiamo ritornare alle origini di questo trascurato grave ed urgente “problema” sociale costituito dalla disabilità umana, specie quella psichica, per non dimenticare il presente e le sue conseguenze che quotidianamente avvengono nel n/s Paese ..

Ancora non sono state apportate “misure legislative” per superare le barriere architettoniche e per garantire una grado di indipendenza del disabile  fisico, cieco e sordomuto.

A 40 anni dall’emanazione della legge 180, la famosa “legge Basaglia” che voleva abolire i “manicomi” e creare strutture alternative, non solo non sono migliorate le condizioni degli “ammalati”, ma sono accresciuti i disagi sia per i “residuali” che per quelli relegati nelle pieghe delle famiglie.

Per i “residuali”, con la teorizzazione del passaggio da una cultura medico-sanitaria a quella social-riabilitativa, si è voluto “declassare” i malati di questa patologia ricoverati nei “manicomi” in anziani o geriatrici ed inserendoli nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali).

Le RSA sono presidi extra-ospedalieri della rete Dipartimentale dei Servizi Socio-Sanitari e di Riabilitazione, nucleo operativo assistenziale per anziani, disabili psico-fisici, com’è stato nel Progetto-Obiettivo “Tutela della salute degli anziani” del 30 gennaio 1992 ed in alternativa, inserendoli in “istituti” esistenti nella Regione aventi i requisiti stabiliti dalla legge n.833 . 

Ma c’ è da chiedersi, fra altre “anomalie”,: queste strutture intermedie non sono in qualche misura in contrasto con la volontà del legislatore che con la legge 180 voleva porre fine alla sanzione ufficiale di privazione della libertà e di segregazione di esseri umani ? 

Il “Governo del Cambiamento”, Signor Presidente Conte, dal momento che non lascia soli nessuno, può rendere giustizia ?

Quelli “esistenti nelle famiglie” sono stati lasciati al loro destino, “scaricando” centinaia di migliaia di famiglie nella disperazione per la carenza di strutture valide ed efficienti, costringendole a vivere giorno e notte direttamente il dramma ed il rischio conseguente con la presenza di un malato, oppure ad accollarsi onerosi costi di ricovero in strutture private, spesso e molto simili ai lager d’infausta memoria più di una volta “scoperti” dalla solerte attività dei NAS dei Carabinieri, ai quali va il riconoscimento di tutti. 

Le diverse espressioni del disagio delle mente umana, le cause e le conseguenze non devono togliere all’uomo l’essenza della solidarietà e del rispetto alla dignità umana per un principio di coscienza cristiana prima e di civile connivenza democratica dopo.

Pur troppo la n/s società, anche se in maniera parziale, è coinvolta in un forte egoismo ed assenza diffusa che “tollera” troppe cose e pone scarsa attenzione ai più deboli e più sofferenti.

L’urgenza e la gravissima situazione della disabilità psico-fisica deve sollecitare le Istituzioni, considerando che il rispetto della persona umana, sancito dalla n/s Costituzione all’art.3, della salute all’art.32 e dei Trattati Internazionali, è un principio irrinunciabile dell’uomo, un binomio inscindibile, specie per questi “infelici” che hanno la sola colpa di essere meno fortunati della vita.

Per ogni essere umano colpito da una concentrazione di handicap psico-fisici, un riconoscimento economico più ampio costituirebbe una giustizia sociale, mentre ora “garantisce” provvidenze economiche per invalidi civili, ciechi e sordomuti pari ad euro 282,55 mensili ( a secondo della gravità) che consentono solo di sopravvivere, mentre “altri”, non riconosciuti, da molto tempo attendono una legge-quadro di riforma dell’assistenza psichiatrica.

Ma i “sacrificati” sono i disabili che “vivono” sulle spalle della previdenza, perché non lavorando vengono ritenuti i parassiti della società, agnelli da sacrificare sull’altare del sacrificio, della rinuncia, del risparmio della spesa pubblica.! ( cfr. Legge 6 agosto 2008 n.133 all’articolo 80 prevede un ingente Piano straordinario di verifica delle invalidità civili.!).

Ma si domanda : perché, per fare qualche esempio non “guardare” nei porti e verificare quanti panfili o “barche” miliardari sostano, i riprovevoli ingaggi e stipendi ai calciatori, i finanziamenti ai Partiti  , per i quali malgrado i referendum non sono stati aboliti, .

Le Istituzioni sanno interpretare questa realtà e mettere da parte ambizioni e litigiosità per dedicare con umiltà un po’ più di tempo ai problemi di questo popolo di sofferenti e rinunciare, ad esempio, privilegi, viaggi all’estero, parate militari ? Ma non sono risparmi?

Le Leggi Finanziarie passate riproposte, rivedute, riesaminate, hanno sempre “dimenticato” questi problemi che costituiscono un marcato disagio acuto che si ripercuote sul tessuto etico-sociale del nostro Paese.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza “!

Previte

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