I tentativi falliti di far dichiarare l’aborto un “diritto umano”

Le lobby abortiste hanno speso centinaia di milioni di dollari e centinaia di migliaia di ore di lavoro negli ultimi 20 anni e non hanno smosso nemmeno di un passo le dichiarazioni dei diritti internazionali dai tempi della Conferenza del Cairo nel 1994.

Non è un fatto trascurabile, perché è qualcosa che tormenta i giorni e le notti del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) e della International Planned Parenthood Federation (IPPF). Questi enti hanno dedicato una parte significativa delle loro energie per istituire un diritto internazionale all’aborto e tutto quello che hanno ottenuto sono vaghi riferimenti alla salute e ai diritti riproduttivi, ambiti che secondo la maggior parte dei paesi non hanno assolutamente a che fare con l’aborto. Essi non sono più vicini a un diritto internazionale all’aborto di quanto lo fossero quando hanno iniziato.

Tra l’altro, hanno anche cominciato a vedere sfumare le loro lievi conquiste. Due anni fa l’ONU ha ospitato il ventennale della Conferenza di Rio sull’ambiente. I delegati hanno respinto i riferimenti relativi ai diritti riproduttivi. Hillary Clinton ha denunciato il documento finale come hanno fatto molte altre figure pro-aborto come Nafis Sadik, ex capo dell’UNFPA.

Negli ultimi mesi, il Fondo per la Popolazione delle Nazioni Unite ha ospitato conferenze regionali in preparazione dei prossimi negoziati per i nuovi obiettivi di sviluppo e per il ventennale della Conferenza del Cairo. Questi incontri regionali sono molto pubblicizzati e sono orientati a posizioni radicalmente abortiste. Come sono stati accolti questi documenti dai delegati a New York? Con un educato sdegno.

L’altro tema caldo alle Nazioni Unite negli ultimi anni è stato il tentativo di rendere “l’orientamento sessuale e l’identità di genere” nuove categorie di non discriminazione nel diritto internazionale. I delegati si sono opposti non perché odiano le persone omosessuali, ma perché sanno esse sono già protette dal diritto internazionale e che questi sforzi sono finalizzati a introdurre dispositivi giuridici come il matrimonio e l’adozione per coppie di persone dello stesso sesso, cose che la maggior parte del mondo rifiuta.

In questo campo, non si sono visti reali mutamenti. Il meglio che hanno ottenuto è stata una campagna di sensibilizzazione gestita dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani e uno “studio” sulle violenze contro i gay prodotto dall’ufficio sui diritti umani di Ginevra.

La coalizione contro questo sforzo nell’Assemblea Generale è sostanzialmente più grande della coalizione pro-life, e quindi ci sono minime possibilità di fare progressi.

Ciò nonostante, le lobby anti-vita e anti-famiglia sono cresciute molto nella loro presenza nelle istituzioni delle Nazioni Unite. Esse controllano varie agenzie, come l’UNFPA, l’UNICEF, la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e vari organismi per i diritti umani che interpretano e cercano di far rispettare i trattati. Controllano tutto questo e hanno fatto grandi progressi nel portare avanti la loro agenda attraverso di essi.

Anche se hanno ben poche vittorie da ostentare per i loro sforzi, queste forze non mostrano alcun segno di cedimento. Questo è il motivo per cui l’ONU rimane uno dei campi di battaglia più importanti nella lotta globale per la vita e per la famiglia.

È davvero notevole pensare che un piccolo gruppo di organizzazioni e individui in gran parte sconosciuti stanno infliggendo una tale sconfitta ad alcune delle più potenti lobby del mondo.

LifeNews.com

Fonte: I tentativi falliti di far dichiarare l’aborto un “diritto umano”.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Varie e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.