I trenta deputati contro il divorzio corto | COMUNITA’ AMBROSIANA

Marco Invernizzi

 

Care amiche, cari amici

 

Di seguito l’elenco dei trenta deputati che hanno votato contro l’introduzione del “divorzio corto” nell’ordinamento giuridico italiano. Sono solo trenta ma proprio per questo va particolarmente valorizzata la loro testimonianza, in molti casi contraria alla posizione espressa dal rispettivo partito.

 

Come scrivevo qualche giorno fa, oggi non esistono partiti di riferimento per chi crede nei princìpi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa. Rimangono i singoli parlamentari, spesso presenti in diversi partiti. Questa è una constatazione affinché i cattolici smettano di litigare su quale partito sia meglio votare e invece cerchino di costruire delle reti con quelli più sensibili.

 

 Voti contrari:

 

1. Binetti (Per l’Italia)

 

2. Borghesi (Lega Nord)

 

3. Bossi (Lega Nord)

 

4. Bragantini Matteo (Lega Nord)

 

5. Busin (Lega Nord)

 

6. Buttiglione (Per l’Italia)

 

7. Calabrò (Ncd)

 

8. Caon (Lega Nord)

 

9. Caruso (Per l’Italia)

 

10. Cera (Per L’Italia)

 

11. D’Alia (D’Alia)

 

12. Fauttilli (Per l’Italia)

 

13. Fedriga (Lega Nord)

 

14. Galati (FI)

 

15. Gigli (Per l’Italia)

 

16. Guidesi (Lega Nord)

 

17. Marazziti (Per l’Italia)

 

18. Marguerettaz (Autonomie Valle D’Aosta)

 

19. Minardo (Ncd)

 

20. Pagano (Ncd)

 

21. Palmieri (FI)

 

22. Prataviera (Lega Nord)

 

23. Roccella (Ncd)

 

24. Romano Francesco Saverio (FI)

 

25. Rondini (Lega Nord)

 

26. Santerini (Per l’Italia)

 

27. Sberna (Per l’Italia)

 

28. Squeri (FI)

 

29. Vella (FI)

 

30. Vignali (Ncd)

 

Le considerazioni che nascono dal fatto sono molte, ma adesso vorrei semplicemente rimarcare che soltanto il 5 per cento circa dei deputati ha sentito il dovere di esprimere un voto a sostegno del matrimonio, della sua indissolubilità (che non è un problema di fede ma di diritto naturale) e del fatto che, lasciando più tempo a disposizione per riflettere, forse sarebbe più facile salvare qualche matrimonio.

 

Rimane che il “cattolico” Renzi e le opposizioni che amano richiamarsi alla famiglia votano insieme contro matrimonio e famiglia. Rimane che anche il Ncd si allinea contraddicendo quanto aveva detto e fatto in tema di famiglia e costringendo alcuni suoi deputati a votare contro il loro stesso partito.

 

Rimane che non dobbiamo scoraggiarci, anche se c’è poco da stare allegri, come si dice. Ricominciamo, come sempre, da quello che c’è.

 

Quarant’anni fa, nel 1974, la legge divorzista veniva confermata in occasione del referendum abrogativo, che ebbe soltanto il 40 per cento dei voti. Era l’inizio del processo di disgregazione della famiglia che si conclude oggi in Parlamento. È utile e doveroso analizzare le cause, individuare le responsabilità e fare nomi e cognomi, ma prima di tutto è necessario non perdere la speranza, non diffondere scoraggiamento e zelo amaro: i cattolici vivono su una promessa che non viene meno e gli uomini che credono nella famiglia ci sono ancora. Che spieghino a tutti la bellezza dell’amore umano, l’unico vero.

Fonte: I trenta deputati contro il divorzio corto.

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