IL CASO/ Il video “blasfemo” di David Bowie: avrebbe avuto il coraggio di fare lo stesso contro l’islam?

venerdì 10 maggio 2013- Paolo Vites

Una via di mezzo tra un video di Marilyn Manson, che ha sempre abusato di stereotipi religiosi da mettere in cattiva luce,  e uno di David Lynch, che invece ha sempre fatto una profonda analisi psicologica dei suoi personaggi, verrebbe da dire a una prima visione. Un video mal riuscito, è forse la definizione migliore, una sorta di fumettone della Marvel quasi. Il nuovo video clip di David Bowie, pensato per il brano che dà il titolo al suo nuovo disco, il primo dopo circa dieci anni (“The Next Day”) ha provocato discussioni e clamore, dopo la decisione di Youtube di censurarlo. Il canale video della Rete ha poi cambiato idea, rimettendolo in programmazione inizialmente con la scritta “non adatto a tutti i tipi di visione”, avvertimento che in realtà adesso non si vede neanche più. Video blasfemo: ecco di cosa è stato accusato The Next Day. Ma è davvero così?

Oggi parlar male della Chiesa, come sembra voglia fare il video, è un po’ come sparare sulla croce rossa: tutti lo fanno, spesso e volentieri con risultati di pessimo gusto (è ancora negli occhi di tutti l’esibizione del gruppo Management del dolore post-operatorio al concerto del primo maggio, quando un preservativo è stato alzato al cielo come fosse un’ostia). David Bowie non è mai scaduto in questi giochini e di tematiche inerenti alla Chiesa non si era mai occupato. Se avesse poi voluto fare un video di attacco tout court alla Chiesa, avrebbe certamente incluso la pedofilia, argomento che oggi giorno si tira sempre fuori quando si vuole parlare male della Chiesa e dei suoi rappresentanti. Ma Bowie non ne fa cenno. Si è sempre occupato invece di male di vivere, anche di perversione, ambiguità, dannazione. Ed è quello che sembra voglia fare anche questa volta, anche se i mezzi che usa sono alquanto banali e mal riusciti. Più facile prendersela con la Chiesa, sembrerebbe, che approfondire certe tematiche.

Il sacerdote demoniaco protagonista del video (il bravo attore Gary Oldman) fa venire alla mente a tratti il sacerdote protagonista del libro di Graham Green, “Il potere e la gloria”. Quel sacerdote alcolizzato che ne aveva combinate di tutte nella vita, incluso avere una amante e aver messo al mondo una figlia. Il sacerdote del video di Bowie in realtà, in linea con il testo della canzone, sembra più una rappresentazione del male, il demonio stesso. Il che non è necessariamente blasfemo e neanche contro la Chiesa: il male, si sa, purtroppo, si nasconde ovunque.

Quello che appare grossolano come esempio è piuttosto quello del porporato che si trova al bancone del localaccio in cui entra il sacerdote accompagnato da una donna velata. Un cardinale si sa rappresenta la Chiesa stessa, e un cardinale che riceve denaro da delle prostitute è evidentemente la raffigurazione di una idea di mercimonio praticato dalla Chiesa. Forse a Bowie stanno a cuore le sorti dello Ior…

C’è poi l’attrice premio Oscar Marion Cotillard che recita la parte di una donna che il sacerdote attira a sé con scopi evidenti, mentre Bowie vestito con un saio francescano è sul palco che canta la canzone. La donna improvvisamente comincia a perdere sangue dalle mani: sono vere e proprie stigmate. Blasfemia, ovvio.  Intanto il sacerdote appare terrorizzato da quanto sta accadendo e si rivolge con fare accusatorio a Bowie, mentre la donna si rialza e comincia a lacrimare vistosamente, immagini che fanno pensare alla Madonna (blasfemia, di nuovo). Il finale vede tutti i protagonisti del video intorno a Bowie che braccia alzate al cielo con un sorriso ironico sparisce, quasi una ascensione. Gesù Cristo o solo la raffigurazione di uno dei tanti santoni di oggi, magari di qualche setta? Il fatto che il sacerdote demoniaco si sia rivolto rabbiosamente a lui fa pensare che il Bowie asceso sia il bene, il figlio di Dio. Diciamo pure che dal punto di vista cinematografico questa immagine finale è alquanto banale e sciocca, con Bowie evidentemente in difficoltà nel recitare una parte del genere: sembra quasi estratta da uno dei film dei Monty Python, che in realtà erano blasfemi e dissacratori per davvero e pure convinti: il loro umorismo era studiatissimo e velenoso e per questo faceva centro.
C’è da tener conto della dichiarazione dello stesso Bowie a proposito di questo video: “Una rappresentazione del sacro e del profano”. Diciamo che in Italia abbiamo già un Adriano Celentano che ha indossato i panni di Joan Lui, e ci è bastato, non avevamo bisogno che Bowie facesse altrettanto.

Al momento la dichiarazione più interessante, mentre sulla Rete infuria il dibattito pro e contro il video, è quella dell’ex Arcivescovo di Canterbury, Lord Carey che ha detto: “Dubito che Bowie avrebbe avuto il coraggio di usare un immaginario religioso islamico”. Aggiungendo con perfetto humour britannico: “Se l’imitazione è la più sincera forma di adulazione, forse i cristiani non dovrebbero preoccuparsi tanto dell’uso di immagini religiose”. Ha poi concluso dicendo che onestamente lui non si sente offeso da un tale comportamento infantilistico come quello di Bowie, ma che “i cristiani dovrebbero avere il coraggio di protestare contro il linguaggio offensivo, sebbene spero che Bowie voglia riconoscere di avere fatto indignare alcune persone”. In sostanza, la protesta dovrebbe puntare serenamente sulla stupidità del video piuttosto che sul solito difensivismo dei valori che poi finisce sempre per essere un’arma spuntata. Lo speriamo anche noi, Lord Carey.

(Curiosità finale: il video è diretto da una italiana, Floria Sigismondi, che in passato ha lavorato con personaggi come Marilyn Manson – ecco l’anello di collegamento –  ed è considerata regista dark per eccellenza. Che alla fine il video sia più espressione della regista che non di Bowie? Chissà).

Fonte: IL CASO/ Il video “blasfemo” di David Bowie: avrebbe avuto il coraggio di fare lo stesso contro l’islam?.

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