Il caso “Kobobo” di Milano riaccende il problema della malattia mentale ! Malgrado il grande scalpore suscitato, il Governo Letta resta indifferente!

Certamente, senza distinzione, ma questo non è avvenuto !

In Italia con le leggi 180 e 833, ripeto, s’intendeva “chiudere” tutti gli Ospedali Psichiatrici e superare quei “specifici ed obbrobriosi sistemi di cura” ipotizzando la riconversione delle strutture e cure capaci di garantire interventi integrati e dignitosi per il malato psichico nelle varie fasi del suo trattamento.

Questo era ed è stato lo spirito della legge Basaglia .

Ora nel triste episodio di cui sopra si comincia a “ri-sventolare” ai quattro venti la solita “perizia psichiatrica” un sotterfugio giuridico, spesso e volentieri “sistema” per evitare la prigione per introdurre il reo negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Questi “manicomi giudiziari”, la cui “scomparsa” doveva avvenire anche adeguando la normativa penale a quella civile, prevedeva da ben 35 anni la soppressione degli istituti manicomiali, ma è tutt’ora in netto contrasto con i dettami Costituzionali e le stesse leggi 180 e 833, restando i temi dominanti delle “linee guida” per la chiusura degli ex.o.p. mirati ad una corretta assistenza ed ai necessari interventi riabilitativi di tutti gli “ammalati”, considerandoli persone invalidate e bisognevoli di cure, come aveva ritenuto il dottor Alvaro Gil- Robles  ex-Commissario Europeo per i Diritti Umani della UE nel suo Rapporto nella visita in Italia dal 10/717 giugno 2005. 

Ancora oggi ci domandiamo a seguito delle leggi di cui sopra, perché sono in atto ed ancora aperti 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari e qual è l’utilizzo di quest’ultimi ? A chi servono e a che servono? .

I detenuti negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono “malati” per aver commesso reati penali e non possono, per mancanza di una specifica legge, che seguire la stessa modalità e diritti degli altri ammalati, considerati e tutelati “nel rispetto della dignità e dei diritti civili garantiti dalla Costituzione”, secondo la volontà del Legislatore che ha voluto porre fine alla sanzione ufficiale di privazione della libertà e di segregazione di esseri umani assicurando un concreto miglioramento del trattamento terapeutico, ancor oggi molto approssimativo.

Ancora una volta auspichiamo che l’intendimento delle Istituzioni Legislative ed il Governo Letta si facciano carico di riforme urgenti, invece di formalizzarsi in inutili e dannose litigiosità che non servono né a coloro che gestiscono la res pubblica né ai cittadini, per non dover assistere ancora una volta a questi “abbominabili massacri” !

Il principio basilare dello psichiatra Basaglia, padre della legge 180, era quello di curare e non segregare il malato psichico.

Il contributo al dibattito sulla disabilità psichica che si svolge nei mass media europei, é per migliorare la qualità della vita delle persone disabili fino al 2015, obiettivo e Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che ritengo sempre auspicabile che abbia anche in Italia spunti di riflessione, di riguardo, di consapevolezza per “vedere” l’handicap  mentale considerato in maniera più aderente alla realtà , perché non è vero che lo stigma del silenzio e della vergogna affianca il “malato” e la sua famiglia, come si vuol far credere !!!

La situazione dei servizi pubblici riabilitativi evidenzia la costante necessità di servizi ancora disattesi, con particolare riferimento ad alcune specifiche categorie di disabilità psichica cronica o temporanea.

Attualmente in caso di manifestazioni acute della malattia psichiatrica interviene il TSO, consistente nel ricovero coatto per 7 gg, rinnovabile per un periodo complessivo di un mese.

Il ricovero avviene in un reparto ospedaliero, se e dove esiste, ed il trattamento è esclusivamente farmacologico e superato il TSO la “persona” dovrebbe essere seguita in strutture territoriali carenti, perché richiedono forti investimenti finanziari.

E’ necessario progettare l’attivazione di più strutture, anche ambulatoriali, in grado di rispondere, in maniera preventiva, a tutta quella fascia dell’handicap mentale, anche della prima infanzia, che attualmente non trova risposta sul territorio. 

E’ augurabile, nonché necessaria, una legge-quadro nazionale, da noi urgentemente inoltrata con le Petizioni già da noi inviate alle Assemblee Legislative fin dal 18 marzo 2013 ed al Governo Letta, intesa a mettere in condizione le singole Regioni a legiferare in maniera omogenea, ai sensi dell’art.117 della Costituzione, sulla traccia di quella invocata legge-quadro nazionale, onde tutelare la salute delle persone colpite da disturbi psichiatrici e garantire la sicurezza di tutti i cittadini.

Queste “necessità”, per il momento, non le abbiamo riscontrato né nei programmi  di questo Governo, né nella impostazione politico-programmatica della politica in generale, né nelle “ iniziative parlamentari ” !

Sono “necessità” attese dalle famiglie e dall’opinione pubblica, onde evitare quelle “mattanze” o quegli episodi come a Milano, che quasi giornalmente avvengono nelle nostre città a causa , ripeto, di carenze delle strutture atte alla prevenzione, cura ed eventuale reinserimento sociale di questi soggetti “malati”.

Nell’Anno della Fede il Santo Padre ha detto “Non lasciatevi rubare la speranza. Capito? Sempre con la speranza avanti” ( Papa Francesco 28 marzo 2013 Casal del Marmo Carcere Minorile ).

E con le parole del Beato Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza!”

Previte

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