IL CASO/ L’esperto: l’islam sfida le nuove intese dello Stato con induisti e buddisti

INT. Romeo Astorri lunedì 17 dicembre 2012

Approvate definitivamente dalla commissione Affari costituzionali della Camera le intese con l’Unione induista italiana e l’Unione buddhista italiana. Si tratta delle due prime intese con religioni orientali, dopo le altre già siglate. Il relatore Roberto Zaccaria, deputato del Partito democratico, ha espresso grande soddisfazione “perché – spiega in una nota – si perfeziona così un iter procedurale complesso che risale a molti anni addietro. Da un altro punto di vista questo voto riveste un’importanza storica. Si tratta delle prime due intese con confessioni non cristiane nel nostro paese. Per IlSussidiario.net abbiamo sentito il commento di Romeo Astrorri, docente di Storia e sistemi dei rapporti tra Stato e Chiesa nell’Università Cattolica del Sacro Cuore e membro del comitato scientifico del Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II istituito presso la Pontificia Università Lateranense.

Che significato riveste la firma di questa intesa?
L’intesa con i buddisti risale al 2000 e poi è stata firmata nel 2007 ed è rimasta in Parlamento per molto tempo: con quella con gli induisti fa parte delle “intese difficili” e comprendenti religioni che non fanno parte del ceppo cristiano o all’ebraismo.

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