Il cinema torna casto? | documentazione.info

di Franco Olearo, 4 aprile 2013
Vincent Bruzzese, presidente della Ipsos, una società americana esperta in ricerche di mercato, in una intervista all’inglese Telegraph ha recentemente dichiarato che in base ai dati disponibili sulle produzioni cinematografiche degli ultimi diciotto mesi, le scene di sesso sono drasticamente  diminuite.  Bruzzese ha colorito le sue affermazioni dicendo che ora i produttori tendono a tagliare le scene più audaci fin dalle prime bozze della sceneggiatura per evitare la qualifica di “vietato ai minori” da parte dell’Mpaa (Motion Picture Association of America) e preferiscono attirare il pubblico con spettacolari sequenze in computer grafica.
A parte il tono un po’ ironico adottato da Bruzzese, abbiano la controprova di quanto da lui dichiarato dalla Gran Bretagna, dal Bbfc  (British Board of Film Classification, equivalente dell’Mpaa americano) che conferma che nel 2011 i film per solo adulti sono scesi dal 12% all’8%.
In realtà film che hanno come piatto forte scene di sesso continuano ad essere prodotti, mentre ciò a cui fa riferimento Bruzzese è il tipico blockbuster, il film orientato al più vasto pubblico possibile per realizzare il maggior numero di soldi. Si trattta di film altamente spettacolari dove non manca un intreccio romantico e in effetti, fino a qualche anno fa una scena di intimità fra i protagonisti della storia non mancava mai: basterebbe ricordare Kate Winslet e Leonardo Di Caprio in Titanic.
Che cosa è successo? Occorre inquadrare il problema in un contesto più ampio. Con i suoi 10,8 milardi di dollari di fatturato nel 2012  e i 2 milioni di addetti,  l’industria cinematografica Usa non mostra segni di crisi e la sua produzione corrisponde al 30% del mercato mondiale del cinema; delle stesse dimensioni è quella originata in Estremo Oriente (soprattutto Cina, India Giappone) che sta mostrando anche la crescita più vivace in termini di spettatori: del 15% dal 2011 al 2012. In un mercato ormai globale, l’entertainement (film, musica, televisione) è la seconda fonte di esportazione per gli Stati Uniti. Per converso non è un segreto il fatto che la Cina ha iniziato a  coprodurre film in Usa (il prossimo sarà Transformer 4).
Ecco quindi svelata una delle ragioni della nuova “sensibilità” dei produttori nei confronti delle scene di sesso: in Estremo Oriente (in particolare la Cina e l’India) il pudore è ancora un valore solido e non c’è l’abitudine di mostrare in uno spettacolo pubblico ciò che è di pertinenza di un rapporto intimo fra un uomo e una donna; al contrario, sempre in questi paesi, niente da eccepire per quel che riguarda la violenza.
Il secondo motivo è la crescita esponenziale come fonte di intrattenimento, soprattutto per un pubblico giovanile, della televisione non generalista e di Internet. Se per la prima vi è un sistema alquanto fluttuante di autocensura , per il secondo c’è la chiara volontà di non porre alcun tipo di vincolo.
Sul diffondersi della pornografia in Internet è stato già scritto un articolo su Documentazione.info mentre per quel che riguarda i serial televisivi, si sta rivelando una tendenza è opposta a quella appena denunciata sui film.
In fiction come Girls, una sorta di Sex and the City di un gruppo di ragazze poco più che  ventenni (premio come migliore serie d’esordio all’Independent Spirit Awards 2011) è stato di rigore mostrare una o due scene di sesso esplicito a puntata.
Il serial Il trono di spade, arrivato con un successo crescente alla terza stagione, cerca di attirare lo spettatore appellandosi agli istinti più arcani di violenza e sesso, visti come pulsioni primordiali e incontrollabili. Secondo il sociologo Costantino Cipolla  è proprio la concorrenza con il web (non certo con il cinema) che ha indotto  i produttori di serie televisive come questa ad adottare  toni forti ed espliciti.
In conclusione, se l’ambientazione più raccolta che si ottiene di fronte a un televisore o a un PC sta mostrando insidie crescenti, la sala cinematografica, istituzionalmente pubblica, beneficia del  ritorno a una visione più alta dell’amore, grazie anche all’ancora saldo senso del pudore dell’altra metà del globo.

Fonte: Il cinema torna casto? | documentazione.info.

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