Il conformismo omosessuale e il pericolo per chi si oppone | UCCR

Lo storico Ernesto Galli della Loggia, editorialista de Il Corriere della Sera, con il suo articolo del 30 dicembre 2012 non ha voluto soltanto esporre la sua importante visione contro il matrimonio e le adozioni per persone dello stesso sesso, ma ha imbracciato anche una giusta battaglia contro il conformismo gay degli intellettuali e la violenza a cui la maggioranza omosessualista sottopone costantemente la minoranza critica.

Lo ha spiegato bene con un suo secondo articolo del 23 gennaio 2013, replicando alle varie reazioni che ha suscitato il suo intervento da laico, una di queste -scritta da una deputata del PD, Cristiana Alicatalo ha definito addirittura «intellettuale proto-nazista», confermando appunto l’intolleranza omosessulista.

Galli della Loggia ha spiegato che il conformismo omosessuale è evidente in quanto «nell’intero Occidente, l’opinione ultramaggioritaria degli intellettuali, in linea di principio, dalla parte delle rivendicazioni dei movimenti omosessuali». Questo perché? Non certo per avere ragioni adeguate dalla loro parte ma, spiega l’ordinario di Storia contemporanea Galli della Loggia, «per una ragione ovvia, e cioè che gli intellettuali occidentali, da quando esistono, amano atteggiarsi a difensori elettivi di ogni minoranza la quale si presenti come debole, oppressa, o addirittura perseguitata: al modo, per l’appunto, in cui di certo è stata storicamente, specie nei Paesi protestanti, la minoranza omosessuale». E chi la pensa diversamente, «esita tuttavia a dirlo chiaramente. Per la semplice ragione che non ama sottoporsi al giudizio negativo che una tale affermazione gli attirerebbe immediatamente da parte dei suoi simili. Perlopiù, infatti, gli intellettuali non temono affatto il giudizio della gente comune (che anzi assai spesso si compiacciono di contrastare); temono molto, invece, quello del loro ambiente, degli altri intellettuali». Infine ha spiegato come sostenere l’agenda LGBT porti anche un florido business economico, al contrario -ha spiegato- «ad alcun presidente della Apple o più modestamente della Fiat sia mai venuto in mente di presenziare al Family Day. Chissà perché».

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