Il cristianesimo ad un bivio in Medio Oriente (seconda parte)

Intervista con padre Samir Khalil Samir, S.I., islamologo ed esperto di cultura araba

ROMA, martedì, 8 maggio 2012 (ZENIT.org) – La prima parte dell’intervista a padre Samir Khalil Samir, S.I., è stata pubblicata lunedì 7 maggio.

Vorrei ritornare sulla questione dell’emigrazione dei cristiani come conseguenza della discriminazione e della persecuzione. Di che cifre stiamo parlando?

Padre Samir Khalil Samir: È  difficile dirlo. Varia da Paese a Paese, ma ciò che è certo è che l’emigrazione è in crescita e che ogni anno il numero di cristiani si riduce ovunque. Ho appena sentito il vescovo di Tier, in Libano, dove non c’è discriminazione e lui mi ha detto: “Quando ero bambino, negli anni ’50, a Tier, c’erano 10.000 abitanti, 5.000 cristiani e 5.000 musulmani. Oggi i cristiani sono 3.000 su un totale di 80.000.

Qui va detto che è una questione economica perché Lei ha affermato che in Libano non c’è discriminazione.

Padre Samir Khalil Samir: Assolutamente. Non c’è discriminazione e ribadisco che il numero in forte calo non è sempre dovuto a motivi religiosi; la mia famiglia è emigrata verso gli USA e Canada. I miei fratelli sono ancora lì e nessuno li ha costretti ad emigrare; loro ed io semplicemente non lo sentiamo più come il nostro Paese. L’atmosfera sta cambiando: è un fatto psicologico. Senti che non c’è più quella libertà che avevamo prima. I cristiani sono più soggetti alla libertà rispetto ai musulmani che, invece, non la sopportano. Allora, se per motivi culturali, politici e sociali i cristiani hanno la possibilità di emigrare, lo faranno. Hanno forse dei familiari emigrati già nel XIX secolo o all’inizio del XX secolo o che parlano fluentemente le lingue occidentali. La mia famiglia a casa parlava fluentemente il francese e un po’ di inglese e così la loro integrazione ed inculturazione negli USA non fu difficile. In altri Paesi, il motivo potrebbe essere religioso.

Quello che sta dicendo induce a un forte pessimismo: la tendenza è in aumento. È irreversibile?

Padre Samir Khalil Samir: Se lasciamo che il corso naturale compia il suo ciclo, allora è irreversibile, perché la situazione non cambierà in venti anni. La democrazia non cascherà improvvisamente dal cielo. Bisogna costruire una generazione di gente che ama la libertà e la libertà è un elemento importante. Questo movimento islamico, che cerca di islamizzare le società, crescerà e non si fermerà nell’arco della nostra vita. Crescerà e se poi arriverà ad un certo punto, proprio come è successo in Turchia, dove la percentuale di cristiani, all’inizio del XX secolo, era tra il 20% e il 24%, mentre oggi è dello 0,2%, 100 volte inferiore rispetto ad un secolo fa, perché se si arriva ad un certo punto, l’1% o il 2%…

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