Il Dio dei Cristiani contro lo scontro di (in)civiltà ~ CampariedeMaistre

di Alessandro Rico – 11 gennaio 2015

Adesso che i terroristi, anziché l’America capitalista e guerrafondaia, hanno colpito il simbolo dell’irreligiosità nella patria del laicismo, la sinistra scatena la sua crociata contro la religione e si appropria persino dello scontro di civiltà. Prima si parlava di Occidente giudaico-cristiano, adesso di Occidente illuminista e laico, bersagliato dall’oscurantismo di ogni confessione. E a chi fa notare che i cristiani non imbracciano kalashnikov per punire i sacrileghi, questi impostori rispondono che è solo perché il secolarismo ha conquistato le coscienze, e si può credere in Gesù Cristo e nella dea Ragione. Magari un po’ più nella dea Ragione. Dinanzi a questo spettacolo di mistificazione, foraggiato dai soliti media buonisti, urge rimettere i puntini sulle “i”.

 

1) Charlie Hebdo – come più volte sottolineato –  non era il campione della libertà d’espressione, era un paladino della blasfemia. Praticava semmai l’abuso della libertà d’espressione, offendendo tutte le fedi e tutti i credenti, con la tipica aggressività del laicismo militante, che inventa il reato di omofobia e vuole introdurre la religione civile nelle scuole, salvo poi appellarsi alla libertà di stampa quando si tratta di dissacrare la Trinità. Niente di nuovo sotto il sole: sono i figli della Rivoluzione Francese, che in tv ci stanno vendendo come culla della liberal-democrazia, passati dall’andarsene in giro per Parigi con la testa del direttore della Bastiglia, all’officiare il culto del pensiero unico. È questa la civiltà occidentale? Questo è, forse, ciò cui l’Occidente si è ridotto nell’era post-moderna. Chiaro che la sinistra europea vada in brodo di giuggiole, salvo imbarazzanti cortocircuiti: voi che oggi ve la prendete con i fondamentalisti, non eravate gli stessi che inneggiavano alle “primavere arabe”, in cui i jihadisti sguazzavano? Hollande non era ostile ad Assad, il nemico dell’ISIS? E che dire dei processi imbastiti ai destrorsi rei di “islamofobia”? Noi non ci meravigliamo: malriposto senso di superiorità e doppia morale sono il patrimonio tradizionale di una certa cultura politica.

2) Ciò precisato, resta assodato che nessun fanatico che farnetica di jihad ha il diritto di imbracciare un fucile e fare strage di infedeli. Nessun maomettano può prendere in ostaggio degli ebrei in un supermercato – ma non era contro i laici che se la prendevano? – e nessuno può opporre, alla violenza ideologica, la violenza delle armi. È grazie a Voltaire e alla secolarizzazione, che abbiamo imparato questo principio di convivenza civile? Di sicuro l’Europa ha fatto esperienza di sanguinose guerre di religione, oltre che di due conflitti mondiali combattuti per ben altri motivi che i disaccordi sui dogmi. Ma non vedo cristiani fare fuoco su chi parla di matrimoni gay, e quando le persone bestemmiano come intercalare, io non sguaino la scimitarra. Qui non si tratta di civiltà laica contro oscurantismo religioso. Qui si tratta di una fede anti-umana che aggredisce un altro modello di civilizzazione, basato sull’edonismo, l’ateismo militante, il collettivismo che compiace masse di individui concepite come fasci di desideri, sottoponendo i loro capricci all’arbitrio di legislatori sembri più “biopolitici”. Si tratta di uno scontro di (in)civiltà, cui possiamo opporre solo la testimonianza di un modo diverso di essere uomini. I cristiani non ammazzano perché si fanno ammazzare. Cristo non condanna, ma si fa condannare. Non perseguita, ma è perseguitato e beatifica chi subisce persecuzioni nel Suo nome. E qui torna la lezione di Ratzinger a Ratisbona – per inciso: quanti degli attuali paladini della libertà d’espressione allora pensarono che il papa fosse stato un provocatore? Quanti difesero il suo diritto di parlare alla Sapienza?

Quel che c’è di buono nel vero Illuminismo è quello che i cristiani già dovrebbero conoscere: che Dio non è contro la ragione e perciò non è contro l’uomo. Un Dio assolutamente insondabile e irrazionale, che non si rivela completamente e non si incarna, è un Dio che fomenta la violenza annientando la ragionevolezza. Il Dio dei cristiani non ha nulla da imparare dall’Illuminismo irreligioso, ma a quello moderato ha insegnato tutto. È un Dio che si fa uomo, che si fa uccidere sulla croce, che si fa pane e vino e si offre alla nostra fame e si espone al sacrilegio. Può essere aggredito a colpi di esplosivi e mitragliatrici, come fanno Boko Haram e l’ISIS, ma può essere combattuto anche con leggine che vorrebbero impedire ai cattolici di difendere la loro concezione di matrimonio, o introducono, con l’eutanasia e l’aborto, i semi della dissoluzione nelle nostre società.

Noi non siamo Charlie, non perché sotto sotto godiamo che gli empi siano stati massacrati, ma perché alla follia degli islamisti possiamo rispondere solamente con la santità delle nostre vite e lo stile delle nostre penne. Prima che Rousseau parlasse, Nostro Signore accusava Caino: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra» (Gn 4, 11). Oggi il sangue di tutti i morti di Parigi grida al nostro cuore e agli orecchi di Dio. Del Dio vero. Quello che perdona, quello che consola, quello che dona la Sua vita in cambio di quella dell’assassino Barabba, e che ai peccatori offre la redenzione, non i proiettili. Per me è questa la civiltà occidentale, minacciata da fondamentalisti islamici e fondamentalisti laici. Ed è una civiltà che piange le vittime di questa strage, poiché: «Ogni morte di uomo mi diminuisce, perché io son parte vivente del genere umano. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te» (John Donne).

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