Il giudizio di Francesco: «aborto è uccidere, eutanasia è contro Dio» | UCCR

Chi sono io per giudicare? ripetono instancabilmente i sostenitori della cultura dello scarto, prima di spiegare che Papa Francesco non vorrebbe più intervenire sui temi bioetici -come il predecessore- ed invitando i cattolici a fare altrettanto. Peccato che Francesco, come insegna il Catechismo, in quell’occasione abbia semplicemente ribadito che il giudizio non è verso le persone, ma verso i comportamenti (non gli omosessuali ma gli atti omosessuali, non il peccatore ma il peccato).

Un giudizio di enorme portata, infatti, è stato rivolto oggi dal Pontefice in un vibrante discorso in difesa della vita umana, in occasione dell’udienza concessa all’Associazione medici cattolici italiani. Da leggere integralmente, noi qui riportiamo solo i passaggi più “caldi”.

Il giorno del suicidio-show della ragazza inglese Brittany, strumentalizzata dalle associazioni pro-eutanasia, monsignor Cerrasco de Paula, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, aveva affermato: «Non giudichiamo le persone, ma il gesto in sé è da condannare. La dignità è un’altra cosa che mettere fine alla propria vita». I media lo hanno accusato di tradire le fantomatiche “aperture” di Papa Francesco, il quale proprio oggi però sembra aver richiamato gli stessi concetti di mons. De Paula: «Il pensiero dominante propone a volte una “falsa compassione”», ha affermato il Pontefice. «Quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre». La “falsa compassione” dei sostenitori della cultura dello scarto, un giudizio perfetto.

Parole durissime che in un colpo spazzano via tutti i tentativi mediatici di usufruire del Papa contro chi si impegna a difendere la vita. C’è anche un richiamo al “dovere” dell’obiezione di coscienza per i medici: «La fedeltà al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza».

Francesco ha quindi proseguito: «Noi stiamo vivendo un tempo di sperimentazioni con la vita. Ma uno sperimentare male. Fare figli invece di accoglierli come dono, come ho detto. Giocare con la vita. Siate attenti, perché questo è un peccato contro il Creatore: contro Dio Creatore, che ha creato le cose così. Quando tante volte nella mia vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si oppone all’aborto, per esempio? E’ un problema religioso?” – “No, no. Non è un problema religioso” – “E’ un problema filosofico?” – “No, non è un problema filosofico”. E’ un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma, senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”. Lo stesso vale per l’eutanasia: tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta. Ma, anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio io, come io voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo». L’aborto è un omicidio, l’eutanasia è un peccato contro Dio Creatore. Nemmeno l’amato Benedetto XVI, paradossalmente, era stato così plateale.

Una posizione chiara, netta, senza equivoci, senza paure di non compiacere i media di cui è diventato suo malgrado il paladino. Francesco non è sceso dalla croce per per accontentare il mondo, per legittimare il peccato, secondo le accuse di molti cattolici confusi. Anzi, proprio in questi giorni il Papa ha incontrato i responsabili di “Manif Pour Tous Italia” i quali gli hanno regalato la loro famosa bandiera con il simbolo della famiglia. Francesco ha risposto: «grazie, è molto bella». «Per noi è importante», hanno aggiunto i responsabili dell’associazione. «Lo è per tutti», ha replicato il Pontefice.

La redazione

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