«Il governo ceco ci restituisce le terre, ma ci toglierà ogni altro sostentamento»

Tempi.it intervista monsignor Tomas Holub, segretario generale della Conferenza episcopale ceca: «È giusto che ci ridiano i terreni espropriati durante il comunismo. Nei prossimi anni, lo Stato taglierà gradualmente gli stipendi agli ecclesiastici. Così, in pochi anni, riusciremo a emanciparci completamente».

«Sulla base dei risultati dell’ultimo censimento del 2011, circa 5 milioni di abitanti (quasi la metà della nazione ceca) ha rifiutato di rispondere alle domande riguardanti le proprie convinzioni religiose. Il che mostra una sorta di sfiducia non solo nelle istituzioni cattoliche, ma nella religiosità in generale». Monsignor Tomas Holub, segretario generale della Conferenza episcopale della Repubblica ceca, guarda col giusto distacco l’attuale condizione sociale del suo popolo. Dopo la scelta del governo di restituire parte dei terreni espropriati alla Chiesa durante il comunismo, tempi.it ha interrogato monsignor Holub sulla qualità della decisione. «Degli altri 5 milioni, 1,84 milioni si dice cattolico. Di conseguenza, la religione cattolica è la più diffusa della Repubblica ceca. Le statistiche dicono anche che la metà delle persone nate negli anni Cinquanta credono in Dio, mentre delle persone nate negli anni Settanta solo un quinto si dichiara credente. Basandomi sulla mia esperienza, tuttavia, osservo uno stabile interesse, seppur limitato, a visitare i luoghi di culto almeno la domenica».

Il governo ha deciso di restituire le terre, espropriate durante il comunismo, alle diverse confessioni religiose. La decisione passa attraverso una rinnovata coscienza storica o vi sono altre ragioni?
Sì, c’è una rinnovata coscienza. La legge che riguarda la restituzione dei beni della Chiesa è stata già approvata dal governo ceco, dalla Camera dei deputati e dal Parlamento. Non è solo la regolazione dei rapporti di proprietà tra lo Stato e le chiese, ma è anche una riduzione delle ingiustizie nei confronti delle comunità religiose provocate negli anni del regime totalitario. Siamo molto lieti che durante i negoziati – condotti tra lo Stato, da un lato, e le chiese, le organizzazioni religiose e la Federazione delle comunità ebraiche, dall’altro, sia stato trovato il consenso necessario per un’iniziativa che non ha eguali nel mondo.

Ci sono, in sottofondo, delle motivazioni economiche?
Attualmente lo Stato contribuisce al salario dei sacerdoti e di altri dipendenti della Chiesa. Quindi, se questa legge fosse definitivamente adottata, ciò comporterebbe un progressivo blocco dei fondi forniti dallo Stato stesso alla Chiesa. Nei primi anni, il contributo resterà pari all’ammontare attuale. Poi sarà gradualmente diminuito del 5 per cento all’anno. La Chiesa cattolica non dipenderà più dallo Stato e sarà in grado di finanziare se stessa con le proprie fonti.

Come funziona la tassazione delle terre della Chiesa nella Repubblica Ceca?
La Chiesa dovrebbe essere esentata dall’imposta sul reddito, come è valido per tutte le altre confessioni religiose dopo gli anni Novanta, cioè dalla caduta del comunismo. Tuttavia, le Chiese dovranno pagare tutte le altre imposte necessarie nella stessa quantità di qualsiasi altro soggetto, senza eccezioni.

Come considera questa decisione?
Naturalmente sono molto felice che, dopo più di 22 anni dalla caduta del regime totalitario, la Chiesa possa finalmente ricevere parte della proprietà che le apparteneva. Come ho detto prima è in un certo senso una riduzione dell’ingiustizia che la direzione comunista ha causato alla Chiesa e alle comunità religiose in generale.

Qualcuno si sta opponendo alla restituzione?
Sì, il partito socialdemocratico e, naturalmente, il Partito comunista. Ma tale decisione è stata presa dai tre partiti che fanno parte della coalizione di governo, dunque si farà.

Avete già progetti in merito all’utilizzo di questi territori?
Attualmente stiamo ancora analizzando le diverse forme di gestione. In generale, desideriamo sia una amministrazione responsabile di questa proprietà, e d’altra parte, un piano che a lungo termine che valorizzi economicamente le nuove risorse della Chiesa.
twitter: @DanieleCiacci
Fonte: Tempi.

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