Il modello libanese per le primavere arabe: la proposta di Frangieh

Sarà in libreria dal 18 dicembre Il giorno dopo la primavera (Mesogea, euro 15), un colloquio tra Riccardo Cristiano, giornalista Rai ed esperto di Medio Oriente, e Samir Frangieh (nella foto), l’ideologo dell’intifada libanese. «Il problema arabo non è l’Islam, ma sono le dittature che da metà Novecento hanno annichilito le nostre società». Parte da qui Samir Frangieh, uno dei più autorevoli intellettuali arabi, ideologo dell’intifada che allontanò i siriani dal Libano dopo l’assassinio di Rafiq Hariri, per dire che la primavera araba è un cambiamento irreversibile delle società arabe che rende già attuale la riconciliazione mediterranea.

Infatti, con la probabile, imminente caduta di Assad si porrà anche termine alla guerra fredda mediorientale, nella quale Teheran svolge il ruolo che fu di Mosca. Maronita schierato con le sinistre libanesi durante la guerra civile, fondatore del primo centro per il dialogo islamo cristiano, Samir Frangieh ricostruisce qui i grandi bivi della politica araba dalla fine dell’impero ottomano, ma soprattutto definisce il modello di democrazia consensuale con cui uscire dall’epoca dei totalitarismi e costruire lo Stato civile, unica soluzione per garantire tutte le comunità etniche e religiose.

Di seguito anticipiamo quasi integralmente la prefazione di Andrea Riccardi, ministro dell’Integrazione e Cooperazione internazionale.

«Il Libano è un Paese che fa notizia. La stampa internazionale e l’opinione pubblica mostrano per questo piccolo paese mediterraneo un interesse che potrebbe apparire eccessivo, tenendo conto del suo esiguo territorio e della fragilità politica che da sempre lo caratterizza. Ma non è la rilevanza geografica, né la possibilità di influire sugli scenari regionali a collocare il Libano in modo costante sullo scenario dell’opinione pubblica internazionale.

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