«Il Papa ricorderà le vittime del genocidio armeno» – Vatican Insider

Il cardinale Mario Poli lo annuncia celebrando la messa nella cattedrale armena cattolica di Buenos Aires. Francesco celebrerà una messa in San Pietro il prossimo aprile.

ANDREA TORNIELLI
Città del Vaticano

L’annuncio ufficioso è stato dato domenica 17 agosto, a Buenos Aires, dal cardinale Mario Poli, successore di Bergoglio come arcivescovo della capitale argentina: il Papa celebrerà una messa per ricordare le vittime del genocidio armeno in occasione del centenario, il 12 aprile 2015. Poli ha parlato di questo nella chiesa di Nostra Signora di Narek, cattedrale della chiesa cattolica armena a Buenos Aires. «Il Santo Padre ha accettato l’invito della chiesa cattolica armena», ha precisato il parroco padre Pablo Hakimian, ricordando che proprio della tragedia che aprì sanguinosamente i genocidi del Novecento Francesco aveva parlato un anno fa con l patriarca Nerses Bedros XIX di Cilicia.

 

 

La notizia è stata diffusa prima da blog e media legati alla comunità armena, è stata significativamente rilanciata dal blog «Il Sismografo», e ripresa anche su queste pagine.

 

 

Nel 1915, durante la Prima Guerra mondiale, un milione e mezzo di armeni vennero uccisi nell’Impero Ottomano: la vastità dell’operazione di «pulizia etnica» e la sua esecuzione metodica lasciavano trasparire un progetto di annientamento dell’intero popolo armeno in Anatolia. Il Papa Benedetto XV 10 settembre 1915 intervenne direttamente e pubblicamente con una lettera al sultano Maometto V, sottolineando la gravità dei massacri e chiedendogli, invano, di intervenire in difesa del popolo armeno. A cento anni di distanza quella pagina di storia è ancora controversa: nel 2005 il primo ministro turco Erdogan aveva invitato gli storici a riconsiderare i «fatti del 1915» usando tutti gli archivi, ma quell’apertura non ha avuto seguito. Le autorità turche ridimensionano l’entità dei massacri (riconoscono tra le 300.000 e le 500.000 vittime), non desiderano che si usi la parola «genocidio» e intervengono protestando contro chi lo fa, anche se il genocidio del popolo armeno è stato riconosciuto ufficialmente da 21 Stati, tra le organizzazioni internazionali che riconoscono il genocidio, c’è la Commissione ONU per i crimini di guerra, il Parlamento Europeo e il Consiglio ecumenico delle Chiese.

 

 

Da arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio ha sempre tenuto rapporti molto stretti con la comunità armena. Il 22 aprile 2006, in occasione del 91° anniversario del genocidio, aveva invitato la Turchia a riconoscere quel grave crimine. E nel 2011, rispondendo alla domanda di un discendente dei sopravvissuti, aveva definito «abominevole crimine» il genocidio. All’inizio di giugno 2013, ricevendo una delegazione guidata dal patriarca di Cilicia degli armeni Nerses Bedros XIX Tarmouni, quando uno dei presenti disse di essere il discendente di un sopravvissuto, Papa Francesco disse che «il primo genocidio del XX secolo è stato quello degli armeni». Il colloquio era informale, ma le parole del Vescovo di Roma, riportate dai presenti, avevano provocato una reazione del governo di Ankara, che ha manifestato il suo disappunto per vie diplomatiche.

 

 

Le parole di Papa Bergoglio si inseriscono sulla scia delle prese di posizione degli immediati predecessori. Il 9 novembre 2000 Papa Giovanni Paolo II e il Catholicos armeno Karekin II firmavano a Roma un «comunicato congiunto» nel quale si parlava esplicitamente del «genocidio»: «Il genocidio armeno, all’inizio del secolo, ha costituito un prologo agli orrori che sarebbero seguito».

 

 

L’iniziativa provocò una durissima reazione diplomatica della Turchia. L’anno successivo, nel settembre 2001, durante il viaggio in Armenia, Papa Wojtyla evitò nei suoi discorsi di pronunciare direttamente la parola «genocidio», ma usò, nella preghiera da lui recitata, l’espressione «Metz Yeghérn», «Grande Male», usata dagli armeni stessi per definire la tragedia. Al termine della vista in Armenia, Giovanni Paolo II e il Katholikos firmarono una nuova «dichiarazione congiunta», nella quale venne usata questa espressione «Lo sterminio di un milione e mezzo di Cristiani Armeni, che generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo…».

 

Ricevendo il patriarca di Cilicia degli Armeni, accompagnato dai componenti del Sinodo patriarcale, Benedetto XVI il 20 marzo 2006 non usò nel discorso pubblico la parola «genocidio», ma parlò della «terribile persecuzione che resta nella storia col nome tristemente significativo di metz yeghèrn, il grande male».

 

 

Mancano ancora diversi mesi all’anniversario e alla celebrazione preannunciata dal cardinale Poli, che non ha ancora conferma. In attesa di un possibile futuro viaggio in Armenia di Francesco, la messa in suffragio delle vittime di quel genocidio in occasione del centenario – al di là delle polemiche storiche sull’entità degli eccidi e delle possibili strumentalizzazioni politiche – sarà un gesto pastorale che ricorda la preghiera pronunciata da Papa Wojtyla il 26 settembre 2001 presso il Memoriale di Tzitzernakaberd, a Yerevan dove si fa memoria delle vittime sterminate nel 1915.

Fonte: «Il Papa ricorderà le vittime del genocidio armeno» – Vatican Insider.

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