Il Papa su Twitter: Troll non prevalebunt ~ CampariedeMaistre

di Riccardo Facchini
Benedetto XVI sbarca su Twitter e i troll si scatenano: “prevedibile” dirà qualcuno; “conseguenza di una scelta avventata” mormoreranno altri; “chi cacchio sono i troll?”, si chiederanno talaltri.

 

E il sottoscritto, come la pensa? Certo, vivreste comunque senza sapere la mia opinione in merito: ma da un po’ mi piace sputare sentenze sul tema “cattolici e internet”, quindi sentite qua.

La notizia del Pontefice cinguettante all’inizio mi ha un po’ spiazzato. Era nell’aria, certo, ma l’idea del Santo Padre – o meglio, del suo staff – alle prese con i fatidici centoquarantacaratteri non mi convinceva neanche un po’. Da una parte perché mi domandavo se fosse veramente necessario che il Vicario di Cristo “scendesse” ai livelli del popolare social network: la Santa Sede ha già i suoi mezzi e non si può certo dire che al Papa manchi visibilità mediatica. Dall’altro perché, conoscendo i miei polli, temevo ciò che si sta già verificando: un trolling di massa verso l’account @pontifex. E non parlo di un’ironica irriverenza tipo quella di Makkox in una vignetta su Il Post del 3 dicembre, ma di una caterva di insulti e blasfemie indirizzate all’account (che sarà inaugurato il 12 dicembre) di Sua Santità. Aggiungete a questo la rinomata incapacità comunicativa della Santa Sede – a cui consiglio di inaugurare anche un account pontifex in lingua latina, visto che ci siamo — e il mix potrebbe essere micidiale.

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