Il Papa va in Libano a difendere i cristiani – Vatican Insider

Una difficile missione politica sotto il segno della pace: “la pluralità non è pericolo”. Vedrà tutti i capi religiosi

Il 24° viaggio internazionale di Benedetto XVI doveva essere una visita religiosa. “Sarà anche una missione politica”, riconosce il ministro vaticano per il dialogo con le altri fedi, Jean Louis Tauran. Mettendo il suo viaggio «sotto il segno della pace», il Papa parte stamattina per una delle trasferte più difficili del pontificato che lo catapulta, in una fase delicatissima, al centro di un groviglio di fedi, etnie, tensioni.

A 85 anni Benedetto XVI vola in Libano, a un passo dalla sanguinosa guerra civile siriana, con centinaia di migliaia di profughi nell’area, con un ambasciatore americano ucciso in un assalto terrorista alla sede diplomatica di Bengasi, l’Egitto e altri paesi arabi percorsi da manifestazioni contro un film su Maometto prodotto negli Stati Uniti. “Vivere insieme non è una utopia e la pluralità non è sinonimo di pericolo”, afferma Tauran con un occhio alla «primavera araba» i cui sviluppi hanno portato in Marocco, Tunisia ed Egitto, a maggioranze islamiche.

L’appello papale sarà rivolto a tutte le parti (“si oppongano alla violenza”) e alla comunità internazionale (“si impegni per la pacificazione)” affinché i cristiani possano restare in Medio oriente per contribuire alla convivenza. Sarà un blitz di 60 ore: il Papa visiterà Beirut/Harissa, Baabda Bzommar e Charfet, incontrerà autorità politiche e istituzionali, corpo diplomatico, capi delle comunità religiose musulmane, capi religiosi e rappresentanti della cultura e parteciperà anche ad un incontro ecumenico e ad un incontro con i giovani.

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