Il prete francese picchiato e l’avvocato italiano contestato – Da Porta Sant’Anna

Davvero una bruttissima pagina per la democrazia europea. La dittatura del relativismo con l’annessa teoria del gender (di cui ci siamo occupati in un precedente articolo: http://www.daportasantanna.it/2013/02/la-teoria-del-gender), recepita dall’attuale classe politica francese, ha lanciato il popolo nel caos più totale. Il diritto a manifestare il dissenso viene sistematicamente offuscato dalla forza della gendarmeria, ormai trasformata in vigilanza politica contro quelli che si oppongono alle leggi proposte dall’attuale governo. Nemmeno i sacerdoti sono esenti da tale ondata di aggressività. Durate una manifestazione pacifica, il prete è stato preso letteralmente di “peso” (come potete vedere nel video qui sotto), per essere picchiato a manganellate. Non è stato colpito solo l’uomo. La forza violenta è usata per mettere a tacere ciò che rappresenta: la fede, la Chiesa, il cristianesimo. Sembravano ormai tramontati i tempi delle dittature totalitarie. Francia della democrazia, della libertà,  dell’uguaglianza, dove sei finita? Il presidente francese è il nuovo Raich. Pronto a bastonare e togliere la libertà a chi non la pensa come lui. Vivere in democrazia è saper accettare la diversità di pensiero anche quando non  coincide con il pensiero del partito.

Carol Ardent (nell’articolo precedente abbiamo pubblicato per esteso la sua testimonianza), racconta di come sono stati arrestati  e del trattamento a cui è stato sottoposto insieme agli altri. Tra i 67 giovani anche 24 ragazze, sistemate “in una sola cella, ammassate fra manifestanti malate, scioccate, spaventate. Fra il vomito e le lacrime, tengono duro”.  Testimonia Louis Jaeger:  “Entro in una cella umida, untuosa, putrida. Una sala con delle panche attaccate ai muri, 20 metri quadrati più o meno, nella quale sono buttate 21 persone. La cella delle ragazze deve accoglierne 24, con forte odore di vomito. La respirazione e la condensa in uno spazio tanto ristretto rendono rapidamente l’aria irrespirabile”.

Intanto Hollande continua il suo percorso di sgretolamento  culturale antropologico con l’aiuto dei suoi più stretti collaboratori. Il ministro Vincent Peillon, ha parlato della scelta compiuta dal ministero nella formazione scolastica. E’ importante -spiega il ministro dell’istruzione -,  che “certi valori siano inculcati nella testa dei giovani francesi con lo studio della “morale laica”. In tempi ancora non sospetti avevamo messo in guardia i nostri lettori con un articolo apparso subito dopo l’elezione di Hollande alla presidenza della repubblica Francese -(http://www.daportasantanna.it/2012/09/la-nuova-morale-francese)-, circa i pericoli verso cui la società d’oltralpe stava precipitando.  Dalle pagine del Nouvel Observateur, intanto, i professori hanno approvato la scelta di Peillon. Anche perché, la scuola francese “attraversa una crisi di legittimità senza precedenti” e un nuovo inquadramento “s’impone”.  Nel paese d’Oltralpe non sono tutti così sicuri di poter imporre i valori della morale repubblicana alla gioventù francese a forza di letture obbligate. Tra questi, l’economista francese Yann Algan che, a Le Monde, ha confessato i suoi dubbi sulla proposta “sterile” del governo: “Più che di una morale laica, la scuola francese ha bisogno di cambiare i suoi metodi di insegnamento”.

 In Italia il livello di intolleranza sale a limiti critici. Il vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, racconta di come è stato interrotto e cancellato dalle foto di un convegno. Aveva solo detto che esiste un valore nella differenza sessuale tra uomo e donna. “Venga a parlare alla conferenza che faremo sull’emigrazione”. Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, aveva declinato l’invito di Francesca Gallello, presidente internazionale dell’associazione “Radici”, spiegandole di non essere competente sul tema dell’emigrazione. Vista l’insistenza, Cerrelli ha ribattuto che avrebbe potuto trattare il tema dell’emigrazione, ma con riferimento al mutamento del profilo giuridico della famiglia da ieri a oggi. Eppure sulle foto del convegno l’avvocato non appare e le sue frasi sono state riportate dalle cronache locali come eversive. Come mai? Seguiamo con attenzione gli avvenimenti:

Sabato 13 aprile, Cerrelli entra nell’aula del Centro polivalente dell’ex palazzo Porti di Cirò Marina (Crotone) per partecipare all’incontro dal titolo “Emigrazione… dal 1861 ad oggi”. Anziché un pubblico di adulti, si trova davanti a circa quaranta bambini delle scuole medie ed elementari e una ventina di adulti della zona: “Avevo preparato una relazione sulla storia del diritto di famiglia dal Codice civile del 1865 fino alle ultime proposte di legge, ma con quel pubblico ho dovuto cambiare programma”, racconta Cerrelli a tempi.it. L’avvocato comincia a spiegare che se un tempo ci si sentiva stranieri all’estero, oggi si prova lo stesso anche a casa propria: “Ho parlato di stranieri morali: il fatto che non ci sia più un terreno antropologico ugualmente riconosciuto ci impedisce di dialogare e questo pone un muro fra gli uomini. Come trovare punti in comune se non si vogliono riconoscere quelli oggettivamente veri per tutti?” Cerelli, ipotizza che anche per questo la famiglia moderna si disgrega facilmente. L’avvocato, credendo che un paesino del Sud Italia “fosse ancora immune dal relativismo dilagato con la globalizzazione”, accenna “alle nuove tendenze giurisprudenziali e legislative sul matrimonio tra persone omosessuali e a quelle sull’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. Ho affermato che va condannata la discriminazione delle persone omosessuali ma, d’altra parte, va ribadita la differenza naturale e ontologica tra un’unione formata da persone dello stesso sesso e una tra eterosessuali. È necessario, in un momento storico in cui “l’ideologia del gender” mira a indifferenziare i generi sessuali, ribadire il valore della differenza, per cui è giusto trattate condizioni differenti in modi diversi”. Poi l’avvocato spiega che “nel diritto di famiglia fino ad oggi non erano mai esistite concessioni di diritti senza l’assunzione di doveri: il matrimonio tra un uomo e una donna ha una funzione sociale unica, quella di dare ordine alle generazioni”.

Durante l’esposizione dal pubblico si alza la voce di una donna che accusa l’avvocato di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale. Il giurista risponde ribadendo che sarebbe ingiusto per tutti trattare allo stesso modo ciò che è diverso: basti pensare a un disabile a cui si richiedesse, in nome di un’uguaglianza astratta, le stesse performance pretese da un uomo sano. “Questo intervento  non ha fatto che dimostrare ai presenti la mia tesi sull’essere stranieri in patria: se neppure le verità evidenti a tutti sono riconosciute come tali non c’è possibilità di incontro né di dialogo, ma solo di scontro”. Cerrelli viene interrotto, gli organizzatori fanno intervenire il console italiano in collegamento dalla Germania, che è affiancato da un emigrato il quale ribatte: “Ognuno deve sposarsi con chi vuole e quindi un uomo può sposare un altro uomo”. L’emigrato non fa in tempo a concludere che i ragazzini scoppiano in un boato, applaudendo l’intervento. Cerrelli, costretto a interrompere la relazione e sorpreso dalla reazione dei bambini, fa per tornare al posto. Ma sul palco dei relatori non c’è più posto per lui: “Non me la sono presa troppo per me, ero stupito dall’intolleranza e dall’ideologia inculcata in quei piccoli e mi sono messo fra il pubblico”. Sul palco ci sono il sindaco di Umbriatico, di Melissa, di Cirò, di Amendolara, l’assessore Francesco Ferrara di Cirò Marina. Sono presenti anche don Gianni Filippelli, segretario particolare del vescovo di Crotone. Nessuno, però, dice una parola in merito a quanto menzionato dall’avvocato: “Tutto è proseguito come se nulla fosse, così sono semplicemente apparso come l’incidente della mattinata. La cosa assurda è che mi sono sentito escluso proprio da coloro che predicano la tolleranza. Non so cosa sarebbe accaduto se fossi stato in un altro paese, probabilmente mi avrebbero arrestato. Dicono che tutti devono essere liberi di pensare quello che vogliono: e io?».

di don Salvatore Lazzara

* La vicenda dell’Avvocato Cerrelli, è stata ripresa da tempi.it

Fonte: Il prete francese picchiato e l’avvocato italiano contestato – Da Porta Sant’Anna.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.