Il Santo Padre Benedetto XVI° : “Tutelare le persone con disabilità ed a promuovere la loro piena partecipazione alla vita della società “. ( Annus Fidei )

In un mondo in movimento che modifica continuamente il sistema di vita, la comunità civile spesso ripiegata su se stessa, non dà ancora la piena disponibilità a porre attenzione verso chi vive in difficoltà e sofferenza.
In questo mondo nel quale anche i giovani si trovano o sembrano disorientati, è necessario, per non dire urgente, riscoprire “ l’educazione integrale”, come ha detto il Santo Padre, oggi Beato Giovanni Paolo II°, “ non solo quella dell’apprendere scolastico”, ma da quei “valori spirituali e morali che trovano nelle radici cristiane il loro riferimento fondamentale “.
Nelle difficili situazioni in ambito sociale degli adolescenti e dei giovani in genere, occorre concepire l’educazione come “ la ricerca dello sviluppo integrale ed armonioso della persona, della maturazione della coscienza morale per discernere il bene ed agire di conseguenza, specie ora che si tenta di spostare i confini dell’umano.( Esortazione Apostolica Familiaris Consortio 22.11.1981 ).
L’incessante e fiduciosa preghiera della Chiesa durante l’Anno Internazionale della Famiglia è “per l’educazione dell’uomo”,( Giovanni Paolo II° Lettera indirizzata ai genitori e figli ),” perché le famiglie perseverino nell’impegno educativo con coraggio, fiducia e speranza, nonostante le difficoltà a volte così gravi da apparire insuperabili. La Chiesa prega perché vincano le forze della civiltà dell’amore” che “sgorgano dalla sorgente dell’amore di Dio, forze che la Chiesa investe senza sosta per il bene dell’intera famiglia umana”. (Lettera alle famiglie “Gratissima Sane” 2 febbraio 1994 ).
Questo è il monito lanciato dal Papa, perché “ le difficoltà dei giovani nella loro vita personale siano superate dalla maturazione della coscienza morale e non dal possesso dell’avere”.
Le parole del S.Padre vanno verso la dinamica spirituale dei giovani in crescita sollecitando genitori, insegnanti, educatori a “ mobilitarsi e lavorare insieme per i giovani ”, riflessioni guidate da una crescita di sensibilità e di solidarietà verso i problemi sociali con una visione pienamente umana della cruda realtà quotidiana, quale impegno di vicinanza sociale verso tutti specie delle categorie più deboli e bisognose.
Ma ognuno aspira a star meglio, disattendendo quella conclamata solidarietà verso quelle “persone”, deboli, emarginate e bisognose che hanno gli stessi diritti: e che vogliono concorrere con le loro residue forze al bene della società.
Al di là delle barriere architettoniche, ben più dure a cadere sono le barriere intellettive che offendono tutti, abili e disabili, ritorcendosi contro chi le continua a porre in atto, mentre la comunità civile può trovare su questo terreno argomenti di interesse comune, specie laddove le famiglie provate dalla disabilità in qualche suo componente fatica a stare al passo, a interloquire con un mondo che sembra sfuggire non solo al confronto, ma anche lo sguardo per timore di perdere.
La comunità sociale esperta di umanità e socialità “non ascolta, non ode, non vede”, negando quindi la necessità dell’incontro e del dialogo col mondo della sofferenza.
Domenica 2 dicembre 2012 il Santo Padre Benedetto XVI° all’Angelus ha fatto un accorato appello, molto critico per lo stato sociale, per i disabili affermando .” Ogni persona, pur con i suoi limiti fisici e psichici, anche gravi, è sempre un valore inestimabile e come tale va considerata. Incoraggio la comunità ecclesiale ad essere attenta ed accogliente verso questi fratelli e sorelle ed esorto i Legislatori ed i Governanti a tutelare le persone con disabilità ed a promuovere la loro piena partecipazione alla vita della società “.
I disabili fisici, specie gli handicappati mentali, lottano da anni per ottenere legali diritti sanciti dalla Costituzione, ma soprattutto per far conoscere il loro status sociale che quotidianamente incontrano e che rende la loro esistenza, oltre quella dei loro familiari, molto difficile.
In questi frangenti  restano dimenticati quanti drammaticamente “vivono” ora per ora, minuto per minuto  con i “malati”, mentre familiari, persone e società,  non rassegnati, hanno continuato a coltivare la speranza che in questo Anno della Fede pone attenzione al mondo della sofferenza.
“Est modus in rebus” (c’è una misura nelle cose) questo famoso detto di Orazio esprime l’ideale classico del giusto mezzo, perché i giovani e gli adolescenti possano ottenere esempi ed insegnamenti di vita dai “grandi”, ascoltare chi vive questi drammi e chi ci lavora dato che per il momento quel giusto equilibrio resta alquanto precario .Tutti gli uomini di buona volontà, soprattutto noi cattolici, siamo interpellati dai Messaggi della Chiesa attraverso le Sede Apostolica e dai Vescovi a tener alta la coscienza della grandezza del carattere sacro e del valore della vita, perché “anche nel n/s tempo, un luogo privilegiato per parlare di Dio è la famiglia, la prima scuola per comunicare la Fede alle nuove generazioni” .
“ Una ultima parola desidero riservare a voi, cari malati “ ha detto Benedetto XVI° “ La vostra silenziosa testimonianza è un efficace segno e strumento di evangelizzazione per le persone che vi curano e per le vostre famiglie “, nella certezza che ” nessuna lacrima, né di chi soffre, né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio” ( Angelus, 1 febbraio 2009 ).  “Voi siete i fratelli del Cristo sofferente e con Lui, se lo volete, voi salvate il mondo !” (Con.Vat.II°, Messaggio)
Da qui la necessità e l’urgenza di rimuovere e risolvere i problemi che attanagliano tante famiglie nelle diverse cause, perché la famiglia resti sempre, come dice  Benedetto XVI° il motore universale della società civile “ mentre si rivolge “cari ammalati” invitandoli ”ad affrontare le sofferenze con lo sguardo rivolto al Bambino Gesù “ ( 28 novembre 2012 Aula Paolo VI°).

Tutti i cittadini deboli ed indifesi, disabili fisici, handicappati psichici, anziani, malati terminali devono godere degli stessi diritti senza alcuna zona d’ombra Signor Ministro della Salute e non discriminazioni come è stato fatto nella Relazione Annuale sulla Sanità ( 11 dicembre 2012).
Con uguali provvedimenti per le mancate od incomplete adozioni di misure migliorative quali quelle riguardanti il diritto alla vita non sempre adeguatamente rispettate o con tentativi d’inserire una sorta di “eutanasia mascherata” riducendo od in qualche caso negando l’assistenza necessaria ad anziani, disabili fisici persone con deficit sanitari o psichici di varia entità .
Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservir 

 

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