Il suicidio di Notre-Dame e il silenzio di Monsieur le Presidént | l’Occidentale

22 Maggio 2013

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Dominique Venner si è suicidato con un colpo di pistola in bocca nella Chiesa di Notre Dame a Parigi. Era uno storico e negli ultimi giorni avrà sicuramente immaginato quale impatto simbolico avrebbe provocato il suo gesto. Togliersi la vita per protestare contro “la legge infame”, così l’aveva definita, che in Francia ha legittimato le nozze gay. E farlo in una chiesa, la chiesa di Francia.

Si è ucciso davanti a migliaia di persone per “scuotere i sonnolenti” come ha scritto sul suo blog, “risvegliare le coscienze e la memoria delle nostre origini”. Per ora, chi si è risvegliata è soprattutto Marine Le Pen, che ha twittato un: “Tutto il nostro rispetto a Dominique Venner, il cui ultimo gesto, eminentemente politico, è stato di tentare di svegliare il popolo di Francia”.

Venner era contro le nozze gay e denunciava l’islamizzazione della Francia. Il suo gesto di dice di un nazionalismo vissuto in modo nostalgico, un decadentismo estetizzante che trova nel togliersi la vita la soluzione definitiva alla “Patria tradita” e alle tradizioni sbaragliate dalla modernità. Il suo ideale era spingere i francesi a ridare un volto alla “Nazione”, che non ha più senso se perde la propria identità.

E’ anche un rifiuto della democrazia, ostacolo alla affermazione e conservazione dei valori primordiali. “È stato il suicidio di un uomo disperato. Sono qui per testimoniare il dolore e la solidarietà della Francia alla Chiesa cattolica”, ha detto un po’ troppo frettolosamente il ministro dell’interno francese Manuel Valls, senza rivelare le ultime parole lasciate in una lettera dall’uomo. Silenzio di Hollande, che nei giorni scorsi aveva promulgato la legge sui matrimoni gay.

Non ha ucciso nessuno, Venner, non ha rivolto il suo “odio” verso gli altri ma verso se stesso (odio?, amore per la Francia?), ossessionato dall’incapacità di dare concretezza alle sue furie astratte, a quella “essenza” di una Francia sparita insieme a lui. Un atto tragico, una ribellione definitiva all’ordine costituito, non un reato ma un peccato, quasi a  maledire quei turisti che visitano le chiese come fossero mausolei vuoti di un’epoca dimenticata.

Fonte: Il suicidio di Notre-Dame e il silenzio di Monsieur le Presidént | l’Occidentale.

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