IL TEOLOGO “CATTOLICO” MEINRAD LIMBECK E LA NEGAZIONE DEGLI ANGELI

Non solo nella teologia protestante liberale ma purtroppo anche nella teologia cattolica dopo il Concilio Vaticano II si è infiltrato diabolicamente il dubbio sulla reale esistenza degli angeli che poi sconfina fino nella negazione dell’esistenza degli angeli, come succede in John Quinlan, che li definisce invece come “espressioni simboliche di verità più profonde” , e che decreta che “l’evangelo, la buona novella, l’ε’υαγγέλιον non sembra aver bisogno di ’άγγελος ‘messaggero’ di luce, o di tenebre che sia. In Cristo, Dio, colui che porta la buona novella e la buona novella stessa sono una sola cosa” . Il teologo cattolico Herbert Haag e i suoi collaboratori sono su tale stessa linea, declassando gli angeli a immagini che aiutarono Israele “ad esprimere dei concetti non altrimenti esprimibili” , visto che il popolo ebraico non era incline al pensiero astratto. Infatti proprio un collaboratore di Haag: il teologo cattolico tedesco Meinrad Limbeck , che tratta …

… dell’argomento “ Angeli” dal punto di vista della Scrittura, giunge alla conclusione che gli angeli non sono altro che degli ostacoli nel rapporto tra l’uomo e Dio. Dopo un lungo elenco in cui cita i passi in cui l’Antico e il Nuovo Testamento presentano la figura e le funzioni degli angeli, osserva che, malgrado l’abbondanza di documentazione portata, “agli inizi l’Antico Testamento non ha inteso assolutamente sostenere la loro esistenza in tutti quei passi nei quali, secondo la nostra conoscenza, si parla di angeli” . Per chiarificare tale constatazione adduce l’argomento dei cherubini e dei serafini.

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