In difesa della libertà religiosa negli Stati Uniti | ZENIT – Il mondo visto da Roma

Roma, (Zenit.org) Junno De Jesús Arocho Esteves

La seconda edizione del Fortnight for Freedom, in corso negli Stati Uniti, arriva in un momento cruciale per la Chiesa cattolica americana.  Si tratta di un ricco programma di eventi sul tema dell’eredità cristiana e del valore della libertà religiosa che coinvolgeranno fino al 4 luglio, la festa del Giorno dell’Indipendenza, tutte le comunità parrocchiali nel Paese. L’evento, che ha preso il via lo scorso 22 giugno, sta richiamando infatti l’attenzione sul problema della libertà religiosa in un periodo in cui mandati di Governo e le sentenze della Corte Suprema minacciano la santità del matrimonio e il rispetto per la vita umana.

Anche se è stato un anno difficile, le imprese e le organizzazioni cristiane ‘si sono rimboccate le maniche’ e hanno ‘lottato’ contro il mandato dei Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani che costringe i datori di lavoro a fornire ai dipendenti l’assicurazione medica per i contraccettivi, i farmaci abortivi e le procedure di sterilizzazione. Recentemente, Hobby Lobby, una catena di negozi cristiana di arti e mestieri degli Stati Uniti, ha segnato una vittoria importante in quest’ambito, sbarrando la strada all’esecuzione del mandato nella compagnia.

I Vescovi USA, intanto, stanno esortando i fedeli a difendere la libertà religiosa. In prima fila, tra questi, c’è l’arcivescovo John J. Myers di Newark, nel New Jersey. Con oltre un milione di cattolici attivi, l’Arcidiocesi di Newark sta incoraggiando i fedeli a contrastare l’ondata di secolarismo, da cui il Papa emerito Benedetto XVI aveva messo in guardia perché – aveva detto – “delegittima la partecipazione della Chiesa nel dibattito pubblico sui problemi che determinano il futuro della società americana”.

Intervistato da ZENIT, l’arcivescovo Myers ha raccontato in che modo si sta svolgendo il secondo anno del Fortnight for Freedom e quali sfide sta affrontando attualmente la Chiesa cattolica negli Stati Uniti.

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Eccellenza, il Fortnight for Freedom è giunto alla sua seconda edizione. Ci sono oggi nuove sfide che minacciano la libertà religiosa rispetto allo scorso anno?

Arcivescovo Myers: In realtà, stiamo continuando ad affrontare molte delle stesse sfide, che però ora si sono ingigantite. Le sentenze definitive da parte dell’amministrazione Obama sul mandato del Dipart, le recenti sentenze della Corte Suprema per ridefinire il matrimonio, sono perfetti esempi degli attacchi dello Stato alla libertà di espressione religiosa. La decisione della Corte Suprema, ad esempio, rende ora obbligatorio il riconoscimento da parte del Governo federale dei “matrimoni” omosessuali negli Stati che lo prevedono. Anche il voto della legislazione del Texas contro la legge di limitazione degli aborti è un ostacolo, ma la mia speranza è che si tratti di una decisione temporanea. D’altra parte, ci sono segnali positivi come la recente decisione del tribunale per la compagnia Hobby Lobby, che ha affermato che un’azienda privata, il cui proprietario ha forti convinzioni religiose, non può essere costretta a includere servizi di medicina – come la contraccezione e l’aborto – in contrasto con le sue credenze. Queste sono chiare indicazioni che dobbiamo continuare a organizzare e promuovere un Fortnight for Freedom che non duri solo due settimane, ma tutto l’anno, in modo da proteggere la nostra libertà religiosa costituzionalmente garantita.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha recentemente stabilito che la legge per la Difesa del Matrimonio è incostituzionale. Cosa pensa di questa sentenza?

Arcivescovo Myers: L’unico lato positivo che posso vedere in questa decisione è che la Corte Suprema non ha richiesto che tutti gli Stati debbano riconoscere le unioni omosessuali come matrimonio. Tuttavia essa è un vero fallimento, in quanto la Corte non ha accolto le voci dei milioni di californiani che hanno votato per proteggere la natura unica e il significato del matrimonio come unione tra uomo e donna.

Un recente studio di Pew Research ha dimostrato che la maggior parte dei media degli Stati Uniti (con un vantaggio di 5 a 1) è a favore del matrimonio di persone dello stesso sesso. A parte il Fortnight for Freedom, che altro può fare la Chiesa o cosa ha già fatto per annunciare la verità sulla sacralità del matrimonio nonostante queste evidenti distorsioni?

Arcivescovo Myers: Questa è una delle lacune più evidenti di tutti gli argomenti che i media trattano. La teologia e la dottrina non sono basate sui sondaggi, ma purtroppo, la maggior parte della nostra società è fortemente influenzata dai mezzi di comunicazione. Come ho già detto in diverse occasioni negli ultimi anni, alcuni, anche “interni” alla Chiesa, cercano un’idea di Chiesa che non c’è mai stata e mai ci sarà, invece di unirsi con gioia alla comunione che essa rappresenta. Per quasi due generazioni, le catechesi si allontanate dal vero obiettivo, ovvero annunciare chiaramente il Vangelo di Gesù Cristo, così come è stato affidato alla Chiesa. Negli ultimi decenni, l’enfasi delle catechesi è stata posta troppo spesso sul “sentirsi bene”, sulla comprensione, sui sentimenti. E ciò ha posto dei limiti al Vangelo. Alcuni le hanno definite infatti catechesi “palloncini e bubble-gum”. Per questo motivo, è necessaria oggi una nuova Evangelizzazione. Probabilmente abbiamo perso due o più generazioni di cattolici, basta vedere che non sanno nemmeno da dove cominciare per trasmettere la fede ai propri figli o agli altri. In ogni caso, vedo dei buoni auspici nel modo in cui i sacerdoti recentemente ordinati nell’Arcidiocesi di Newark vivono la Nuova Evangelizzazione e insegnano la fede: con precisione e chiarezza. Credo che tali sforzi alla fine rinvigoriranno le persone nel loro sentire, capire e abbracciare la fede.

C’è stato qualche progresso per le organizzazioni religiose della vostra Arcidiocesi che si battono contro la scadenza del mandato del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani?

Arcivescovo Myers: Come ho detto prima, il caso Hobby Lobby è un segnale molto positivo. Qui nel New Jersey non c’è alcun contenzioso in corso, tuttavia stiamo pregando e offrendo il nostro sostegno agli ospedali, alle scuole, alle associazioni e organizzazioni di beneficenza cattoliche che stanno sfidando la legge. Il resto è tutto da vedere ora che le regole di Obama sono state finalizzate…

Quali sono le sue speranze per il Fortnight for Freedom di quest’anno per la libertà religiosa? Può offrire delle parole di incoraggiamento ai cittadini degli Stati Uniti?

Arcivescovo Myers: Devo dire che sono rimasto un po’ scioccato quando ho letto le parole del presidente Obama in Irlanda, nella visita dello scorso mese, riguardo alle scuole cattoliche che – a suo dire – incoraggiano la “divisione” e scoraggiano la “cooperazione”. Sappiamo che questa è una dichiarazione totalmente falsa. Francamente mi confonde, perché il presidente, così come il vice presidente Biden, e innumerevoli altri addetti al servizio del Governo hanno frequentato e si sono laureati presso istituti cattolici o religiosamente affiliati. Il nostro Governo, e lo stile di vita americano, hanno beneficiato notevolmente da entrambe le scuole, sia pubbliche che parrocchiali. La mia speranza è che, continuando a rimarcare l’obiettivo del Fortnight for Freedom – ovvero assicurare la nostra libertà costituzionalmente garantita di vivere pubblicamente tutto ciò in cui crediamo – gli americani potranno finalmente cominciare a capire che non è fede o la pratica religiosa a dividere e scoraggiare, ma piuttosto i limiti posti al credo e alla pratica religiosa. Il detto “Eterna vigilanza è il prezzo della libertà” è stato coniato durante i giorni della rivoluzione americana o al tempo del movimento abolizionista, ma sicuramente è rilevante anche per noi oggi. La grazia di Dio in questo momento è più importante.

Fonte: In difesa della libertà religiosa negli Stati Uniti | ZENIT – Il mondo visto da Roma.

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