In Germania Dio è morto! – Da Porta Sant’Anna

Un terzo delle chiese tedesche è destinato a chiudere, e sul sito eBay è già partita l’asta. Nella città di Marx le sacrestie diventano palestre e si progettano “amalgami religiosi”

chiesa-sconsacrata-300x279(di Giulio Meotti su “Il Foglio” del 28/03/2013)

Un tempo, con Robert Schuman, veniva chiamata “l’Europa delle cattedrali”. Oggi quelle stesse cattedrali sono messe in vendita su eBay, alla ricerca di potenziali acquirenti. La chiesa di San Bernardo nel Brandeburgo è la venticinquesima a essere messa sul mercato dalla diocesi di Berlino negli ultimi dieci anni. Gli acquirenti possono visionarla sul portale di acquisti online. Prezzo di partenza: 120 mila euro. Visto il deserto religioso che ormai caratterizza il panorama della ricca Germania, i vescovi cattolici hanno emesso delle linee guida per la vendita delle chiese. “Non puoi ordinare una chiesa come un paio di scarpe su Zalando”, ha dichiarato Stefan Förner, portavoce della diocesi della capitale.

Così la chiesa di San Bernardo potrà diventare un ufficio, un centro congressi, ma non un night club. Meglio piuttosto degli appartamenti, che poi finiscono in un servizio speciale del Wall Street Journal intitolato “Church-To-Home Conversions”.

Nonostante provenga dalla Germania il “Papa emerito” Joseph Ratzinger e anche l’attuale presidente tedesco Joachim Gauck sia un pastore protestante, la Germania sta letteralmente vendendo e chiudendo le sue chiese. C’è chi evoca perfino il “Gott ist tot” di Friedrich Nietzsche: Dio è morto in Germania. Secondo un report del settimanale Spirit, nei prossimi due anni 15 mila delle 45 mila chiese esistenti, quindi un terzo del totale, saranno demolite o vendute. Non è un problema economico. “Soldi e santità, metà della metà”, il noto proverbio, non vale per la chiesa tedesca, che cattolica o protestante che sia resta l’azienda più ricca dell’intera Germania. Un patrimonio valutato in cinquecento miliardi di euro. Perché in Germania il sostentamento della chiesa non è affidato, come in Italia, alla generosità dei fedeli che possono scegliere di devolvere alle istituzioni ecclesiali l’otto per mille. I tedeschi che dichiarano ufficialmente di appartenere a una confessione pagano la cosiddetta “Kirchensteuer”, ossia la tassa per la chiesa trattenuta mensilmente sullo stipendio, che ammonta all’otto-nove per cento del carico fiscale complessivo.

Dunque non è un problema economico. Le chiese chiudono e passano di mano perché sono vuote. E’ il fenomeno impressionante dei “Konfessionslos”, i senza religione. Si calcola che ogni 75 secondi un tedesco abbandona la chiesa. Andreas Püttmann, ricercatore presso la fondazione Konrad Adenauer, l’ha chiamata “Gesellschaft ohne Gott”, la società senza Dio. Neppure lo storico giornale simbolo dei cattolici, il Rheinischer Merkur, è riuscito a sopravvivere alla crisi.

Alcune chiese vengono demolite, altre trasformate in ristoranti o in piste da sci indoor. La Sacra Famiglia a Barmstedt, nella Germania del nord, è stata abbattuta e il terreno venduto per trecentomila euro. “Tra il 1990 e il 2010 abbiamo chiuso 340 chiese, 46 delle quali sono state demolite”, dice Thomas Begrich, responsabile finanziario della chiesa evangelica tedesca. “Saremo costretti a vendere altri mille edifici”. Di recente ad Amburgo una chiesa protestante luterana è stata acquistata dalla comunità musulmana. Le chiese sono vuote anche nella cattolicissima Baviera di Ratzinger. A Borssum, in Bassa Sassonia, la chiesa dedicata al vescovo Bernardo di Hildesheim, vissuto mille anni fa, verrà presto demolita.

Il settimanale tedesco Der Spiegel l’ha chiamata “l’ultima cena”. Si mettono in uno scatolone la Bibbia, la croce e i paramenti e l’ultimo fedele che esce spegne la luce. Poi il vescovo officia la sconsacrazione. Legge ad alta voce il decreto, svuota il tabernacolo nel quale si trova l’ostia e spegne la fiammella perenne.

A Spandau la chiesa di San Raffaello è un negozio di alimentari, quella di San Massimo, nella Treviri di Karl Marx, è una palestra, mentre la San Martino a Bielefeld è diventata un ristorante, con il menu appoggiato al posto del messale. Nel quartiere orientale di Friedrichshain, a Berlino, in una chiesa evangelicasi sono aperti uffici. In un’altra chiesa di Spandau, all’ovest, sono state ricavate case popolari, mentre lo stilista di moda Wolfgang Joop fa sfilare le sue modelle sulle passerelle allestite nella chiesa di San Giovanni Evangelista, nel centro della capitale. E a Milow, nel vicino Brandeburgo, una chiesa evangelica da poco venduta è stata trasformata in una filiale di banca. A Colonia (ovest) una chiesa nel quartiere di Rondorf è stata trasformata in una lussuosa residenza con annessa una piccola piscina.

Tragica è la situazione nella regione della Ruhr e in Germania settentrionale. Nella diocesi di Essen, ottanta chiese sono in lista di attesa di demolizione, mentre tredici sono già state distrutte. Ancora peggiore la situazione nella diocesi di Wilhelmshaven dove su nove chiese cattoliche, sei verranno demolite. Nella parte orientale della Germania, dove l’opera di forzata ateizzazione sotto la Ddr è stata capillare e mostruosa, è in corso la demolizione di duecento chiese.

A Wiesbaden è stata appena demolita una chiesa che era considerata patrimonio culturale della città. A Demmin è in vendita la cappella di Santa Maria Goretti. Ad Altena, una cittadina della Germania occidentale, la chiesa in pietra edificata nel 1907 è chiusa da un anno. Il possibile acquirente vorrebbe farne una discoteca, ma la comunità si oppone, preferirebbe un pensionato per anziani o una scuola. A Boostedt, la chiesa è oggi una agenzia di pompe funebri. Scalpore ha fatto il caso della chiesa evangelica di Santo Stefano ad Amburgo, sconsacrata dal vescovo locale Maria Jepsen. Prendiamo Francoforte sul Meno. Negli anni Cinquanta, quando Konrad Adenauer era cancelliere, 430 mila protestanti vivevano in città. Oggi sono 110 mila. Un quarto delle chiese in città sono state chiuse. Di questa radicale scristianizzazione della Germania si ebbe un esempio lampante con il poster gigante di Claudia Schiffer, rimasto a lungo sul campanile (ricostruito dopo la guerra) della chiesa delle Memoria nel centro di Berlino, a pubblicizzare una ditta di prodotti estetici.

Stefan Grosse, tesoriere della chiesa protestante nella Germania centrale, ha detto alla Süddeutsche Zeitung che quasi più nessuna delle 1.500 torri ecclesiali sono ancora in uso. Lotta per la sopravvivenza anche la torre più pendente del mondo, che non sorge a Pisa come si pensa, ma nella città tedesca di Bad Frankenhausen, famosa per le sue spa. La chiesa, vecchia settecento anni e simbolo delle molte guerre che hanno devastato la geografia tedesca, non ha più fedeli. Intanto a Petriplatz, nel centralissimo quartiere Mitte di Berlino, è in progettazione un edificio ecumenico e multiculturale unico in Europa: una moschea, una chiesa e una sinagoga saranno accolte sotto lo stesso tetto. L’edificio sorgerà, simbolicamente sulle macerie della vecchia chiesa di San Pietro. Lo chiamano “amalgama religioso”. (di Giulio Meotti su “Il Foglio” del 28/03/2013)

Fonte: In Germania Dio è morto! – Da Porta Sant’Anna.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa, Occidente apostata e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.