In Gran Bretagna eliminano dalle uova il riferimento alla Pasqua. Non per una laicità senza simboli religiosi, ma per sottomissione all’islam. La nostra civiltà sta morendo non per la forza degli islamici ma per la fragilità degli europei

In Gran Bretagna eliminano dalle uova il riferimento alla Pasqua. Non per una laicità senza simboli religiosi, ma per sottomissione all'islam. La nostra civiltà sta morendo non per la forza degli islamici ma per la fragilità degli europei

Buongiorno amici. Secondo il quotidiano popolare britannico “The Sun” quest’anno nove uova su dieci presenti nei supermercati del Regno Unito recheranno la scritta neutra «uova di cioccolato» o semplicemente «uova», senza alcun riferimento religioso alla Pasqua. Oltre 70 milioni di uova pasquali non avranno la scritta “Pasqua” sulla loro confezione.

La notizia potrebbe apparire come una “concessione” accordata dal mercato per vendere più uova di cioccolato in una società multiculturale in cui, da un lato il cristianesimo non è più considerato la religione ufficiale, e dall’altro è cresciuto il peso degli islamici. Ma in realtà non è una semplice questione economica di maggiori o minori profitti. Di fatto la Gran Bretagna, patria del multiculturalismo, ha già abdicato alla propria storica civiltà cristiana e si è già sottomessa all’islam. Non si tratta di una scelta commerciale concepita come consona ad una società laica che deve far primeggiare la laicità intesa, seppur erroneamente, come assenza di simboli religiosi, bensì di un cedimento commerciale nel contesto della capitolazione all’islam.

Nel luglio 2008 Lord Nicholas Addison Phillips, capo del sistema giudiziario di Inghilterra e Galles, la figura giuridica più importante della Gran Bretagna conosciuto come Lord Chief Justice, ha sostanzialmente legittimato la sharia, la legge islamica, sostenendo che «non c’è alcuna ragione per cui i principi della sharia o di qualunque altro codice religioso non debbano fornire le basi per una mediazione o per altre forme di composizione delle dispute». A suo avviso la legge islamica potrebbe essere usata per risolvere dispute e liti familiari. I tribunali islamici esistono in Gran Bretagna sin dal 1982 ed emettono sentenze sulla base della sharia su questioni attinenti al diritto della famiglia e alle dispute patrimoniali. In precedenza l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, il primate della Chiesa anglicana si era espresso a favore dell’adozione della sharia nel codice britannico. E sempre sulla scia dell’islamicamente corretto, il governo laburista di Gordon Brown ha di fatto riconosciuto la poligamia accordando gli assegni familiari alle mogli poligame.

Nella sua Lectio Magistralis pronunciata a Ratisbona il 12 settembre 2006, Benedetto XVI denunciò il tradimento dell’Occidente che «odia se stesso» rinnegando la propria fede e civiltà cristiana:

«Nella nostra società attuale grazie a Dio viene multato chi disonora la fede di Israele, la sua immagine di Dio, le sue grandi figure. Viene multato anche chiunque vilipendia il Corano e le convinzioni di fondo dell’Islam. Laddove invece si tratta di Cristo e di ciò che è sacro per i cristiani, ecco che allora la libertà di opinione appare come il bene supremo, limitare il quale sarebbe un minacciare o addirittura distruggere la tolleranza e la libertà in generale. La libertà di opinione trova però il suo limite in questo, che essa non può distruggere l’onore e la dignità dell’altro; essa non è libertà di mentire o di distruggere i diritti umani.

C’è qui un odio di sé dell’Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l’Occidente tenta sì in maniera lodevole di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso; della sua propria storia vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro. L’Europa, per sopravvivere, ha bisogno di una nuova – certamente critica e umile – accettazione di se stessa, se essa vuole davvero sopravvivere».

Cari amici, quanto sta accadendo in Gran Bretagna ci conferma che la civiltà europea sta morendo non per la forza dei suoi nemici ma per la fragilità degli stessi europei, perché ormai si vergognano e disprezzano ciò che sono sul piano delle proprie radici, fede, identità, valori, regole e leggi. Ecco perché prima di preoccuparci dell’arbitrio, dell’arroganza e della violenza con cui si comportano i musulmani, dobbiamo occuparci di noi stessi recuperando la certezza e l’orgoglio di chi siamo, dobbiamo mobilitarci per riscattare la nostra civiltà da una decadenza in cui la sottomissione all’islam è il parametro che più di altri ci fa toccare con mano il livello massimo della nostra fragilità. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo a essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.

 

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