Incontro dell’associazione “Vita è” a Verona | Tempi.it

settembre 18, 2014Lorenzo Bertocchi

Incontro dell’associazione “Vita è” a Verona «per imparare che qualche partita si può perdere, ma non c’è niente di peggio che rinunciare a giocare»

10295126_1410310142579714_7451909422607760604_oGuardavo la partita e mi chiedevo cosa avrebbero potuto fare i poveri brasiliani che venivano infilzati ogni 5 minuti dai panzer tedeschi. È finita con un brutale 1 a 7 la partita più interessante dell’ultimo mondiale, quello che poi la Germania ha vinto senza sudare troppo. I giocatori della selecao, predestinati a vincere il mundial casalingo, sembravano pugili suonati.

A scorrere le recenti cronache in campo giuridico-amministrativo, in materia di vita-famiglia e dintorni, c’è da rimanere in bambola. Come i brasiliani contro i tedeschi. Si aprono le notizie del giorno e, statene certi, da qualche parte c’è una sentenza o un pronunciamento che coglie e indica nuovi traguardi per i cosiddetti “nuovi diritti”. Il dibattito su queste novità, per quanto importante, spesso si invola nel tecnico, come lo fa sulla fascia. Inarrestabile.

A noi poveri mortali, dotati semplicemente di qualche rimasuglio di buon senso, per evitare di esser etichettati come oscurantisti inquisitori, non resta che informarci e uscire da uno sterile catenaccio.

L’Associazione Vita è potrebbe aiutarci a non prender la sbornia dei “nuovi diritti”. A Verona sabato 20 settembre, presso le sale della Basilica di S. Teresa, si terrà un convegno che vorrebbe raccontare che la Vita è bella sempre. Anche quando non è alla moda.

Ne sapeva qualcosa Papa Paolo VI che andando contro tutte le mode del suo tempo, correva l’anno 1968, promulgò un enciclica come l’Humane Vitae, decisamente indigesta ai promotori di nuovi diritti, sia dentro, che fuori la Chiesa. Eppure Papa Montini non aveva alcuna intenzione di fare il moralizzatore di turno, né di giudicare qualcuno, riportava semplicemente agli uomini le istruzioni per poter vivere la bellezza dell’amore umano. Ne parlerà a Verona Renzo Puccetti che, oltre a conoscere bene i retroscena della pubblicazione dell’enciclica più contestata, da medico e bioeticista può dire la sua sui veleni che una mentalità contraccettiva porta con sé.

Il neurochirurgo Massimo Gandolfini, presidente di Vita è, parlerà di adozione, di paternità e maternità, insomma di famiglia, secondo alcune ragionevoli considerazioni, quelle che anche noi, dotati di rimasugli di buon senso, potremmo provare a capire senza troppa fatica. Noi che pensiamo semplicemente che educare sia un lavoro artigiano, paziente e amorevole, abbiamo qualche dubbio su certe teorie che si insinuano nelle scuole e così nei cuori e nelle menti dei nostri figli. Interverrà l’avvocato Gianfranco Amato, per ricordarci che l’emergenza educativa, infatti, è già in codice rosso.

Quando va in crisi l’educazione è difficile poter crescere uomini che si accettino per quello che sono, senza crearsi da sé. Papa Benedetto XVI diceva che “l’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando la rispetta e quando accetta sé stesso per quello che è. (…) Proprio così e soltanto così si realizza la libertà umana.”

Questo passaggio, parte di un discorso tenuto al Parlamento tedesco, è interessante per ricordare che la ricerca del bene comune non può prescindere da ciò che è bene per l’uomo come tale. A Verona “Vita è” vuol dare anche la possibilità di entrare nel dibattito pubblico attraverso alcune tavole rotonde animate da politici e giornalisti. Per fare il punto su cosa bolle in pentola interverranno, tra gli altri, Mario Adinolfi, Lorenzo Fontana, Federico Iadicicco, Eugenia Roccella, Carlo Giovanardi, Luigi Amicone, Toni Brandi e Simone Pillon.

Infine ci sarà la possibilità di ascoltare la testimonianza della Steadfast onlus che ci ricorda come la vita quando è in pienezza diventa carità, quasi naturalmente. Racconteranno l’esperienza di Suor Enza che, da sola, sulle rive del Niger prova ad assistere quasi 8000 persone, delle quali circa 5000 sono bambini. Perché così tanti bambini, non in assoluto, ma rispetto al numero degli adulti? Perché la poligamia, l’assenza di rispetto versa la figura femminile, porta alla nascita di tante creature di cui nessuno può prendersi cura. Suor Enza vive qui, per portare Cristo, e, con Lui, un altro modo di vedere la relazione tra uomo e donna e il dono della vita.

Al convegno “Vita è” di Verona forse potremo imparare che qualche partita si può perdere, ma non c’è niente di peggio che rinunciare a giocare. Perché il lievito del Vangelo ha ancora la sua da dire.

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